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APE sociale: allarme rosso, perché è molto sconveniente e come regolarsi

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Stefano Vori

APE sociale. Scatta l’allarme rosso. Perché è ritenuta una soluzione per la pensione non conveniente e semmai come ci si deve regolare?

La pensione. Quando arriva il momento non si sa mai se è stato scelto dal lavoratore o da chi, magari soltanto qualche mese prima, ha stabilito i nuovi criteri di uscita. Quando si avvicina il giorno in cui si dovrà lasciare il posto di lavoro iniziano le valutazioni su quale via d’uscita “imboccare”.

Pasquale Tridico
APE sociale: allarme rosso (I Love Trading)

L’Ape sociale è sempre un’alternativa da tenere in considerazione. E’ una delle opzioni possibili, pertanto è da valutare anch’essa. Ma è davvero un’alternativa valida, oppure non è quasi mai conveniente per un lavoratore? Cerchiamo di conoscerne meglio pregi e difetti di questa opportunità per la pensione.

Ape sociale, è allarme rosso

Quando si parla di pensioni, tutto sembra incredibilmente complicato. Non vi è stagione che non comporti cambiamenti delle regole. Spesso sono stravolgimenti delle regole esistenti e chi le stravolge sembra non rendersi conto che quei repentini, spesso illogici correttivi, stanno stravolgendo vite e programmi di centinaia di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie. Lavoratori che avevano pianificato la loro uscita dal mondo del lavoro seguendo determinate regole che, se cambiate in corsa cambieranno, a loro volta, le loro vite.

Nelle valutazioni che un lavoratore compie nel momento in cui si rende conto che la sia vita lavorativa si sta concludendo , rientra sicuramente anche l’Ape sociale. Nella Legge di Bilancio 2023 l’Ape sociale è stata prorogata senza cambiamenti di sorta, pertanto, per l’anno appena iniziato, potranno usufruirne tutti coloro che sono nati entro il 31 dicembre 1960. La condizione per poter usufruire di tale opportunità è il possesso del requisito contributivo e di appartenere ad una delle categorie che possono rientrare nell’ambito della tutela.

Ma prima i tuffarsi a capofitto nell’Ape sociale, è bene conoscerla meglio, poiché nasconde diversi punti problematici che potrebbero risultare non convenienti per il lavoratore. Certamente il fatto che richieda soltanto 63 anni di età ed un numero di anni di contributi non elevatissimo ne fanno una scelta pensionistica assai intrigante. Per gli invalidi, caregiver e disoccupati sono richiesti soltanto 30 anni di contributi, per i lavoratori del settore dell’edilizia 32 anni e per i lavoratori gravosi 36 anni.

Ma non sono tutte rose…

I lati negativi dell’Ape sociale

Quando si valuta come possibile opzione l’Ape sociale occorre sapere che non è compatibile con altre misure di sostegno al reddito. Chi percepisce questa pensione deve sapere bene che l’importo sarà basso e che comunque non potrà unirlo, ad esempio, al reddito di cittadinanza. Altra informazione fondamentale riguardo l’Ape sociale ai fini di una sua corretta valutazione è che si tratta di un trattamento pensionistico non reversibile ai superstiti.

Uomo che pensa
APE sociale: allarme rosso (I Love Trading)

Pertanto, nel malaugurato caso di decesso del pensionato, al coniuge superstite non spetterebbe la pensione di reversibilità. Quindi sono diverse le valutazioni da fare. Non ci si deve far affascinare troppo dall’ancor giovane età in cui si può andare in pensione e dalla richiesta non certo eccessiva di annualità di contributi, dal momento che vi sono anche aspetti che rappresentano delle decise limitazioni che meritano un’attenzione particolare. Perché poi, una volta scelto, non si può più tornare indietro.

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