Attenzione a quelli che sono gli aggiornamenti delle norme. Ecco quando possono fare il pignoramento della pensione 2023
Purtroppo, ci sono casi in cui (per fortuna estremi) si può incorrere nel pignoramento della pensione. Ovviamente, ci sono delle norme che regolamentano in maniera piuttosto stringente questa probabilità, ma non è affatto raro che questo possa accadere.
Ecco perché è piuttosto importante fare in modo di capire che cosa significa e cosa comporta questa condizione ma, soprattutto, capire in che modo sarà possibile evitare che accada davvero. Ecco quindi che cos’è il pignoramento della pensione nel 2023, quando possono farlo davvero e come evitarlo prima di restare senza un soldo.
A seguito del decreto aiuti bis del 2022 è stata effettuata una modifica importante relativa al pignoramento delle pensioni, causando cambiamenti sostanziali all’interno del Codice di procedura civile. Sono stati infatti aggiornati quelli che sono considerati i nuovi limiti di pignorabilità della pensione. Non sempre, infatti, questo è possibile e le nuove norme ne hanno modificato molti aspetti. Ecco, quindi, quando possono fare il pignoramento della pensione e come evitare di perdere l’assegno pensionistico mensile.
Il governo Draghi ha attuato delle importanti modifiche in materia di pignoramento della pensione. Il decreto bis dell’agosto 2022 ha infatti introdotto quella che è la disposizione del comma 7, art.545. Questa norma prevede che le somme dovute a titolo di pensione “non possono essere ignorate per un ammontare corrispondente al doppio della misura massima mensile dell’assegno sociale – si legge nel testo la parte eccedente è pignorabile nei limiti previsti”. Dunque, secondo questa norma non è possibile pignorare una pensione in una misura pari al doppio dell’assegno sociale. Quest’ultimo è di 503,74€ e, dunque, il valore di riferimento è di 1.007,48€.
L’articolo 21 dl decreto stabilisce che, nonostante il pignoramento, dovrà essere assicurato al pensionato quello che è il minimo vitale della pensione. Questo avviene a prescindere da quelle che sono le colpe dell’interessato e la cifra riguardo l’ammontare dei debiti. Il diritto alla dignità, infatti, prevale su quella che è la misura di pignoramento della pensione. Nello specifico, la legge si assicura che il pensionato possa condurre comunque una vita dignitosa, aumentando la quota impignorabile. In questo modo il pensionato, seppur con una parte di pensione pignorata, potrà comunque avere le risorse necessarie per l’acquisto di prodotti di prima necessità e il pagamento delle utenze domestiche.
Quando si parla di pignoramento della pensione si intende l’espropriazione forzata di averi e beni del debitore, in questo caso parte dell’assegno pensionistico. Questo può avvenire nel caso in cui un creditore non abbia ricevuto le somme dovute.
In questo caso sarà l’Inps stessa ( o un altro ente previdenziale) a procedere con il pignoramento della pensione. A procedere con la misura di pignoramento ne ha la possibilità anche un istituto di credito presso cui viene versato mensilmente l’assegno pensionistico. Dunque, il procedimento è molto simile a quello del pignoramento dello stipendio, con la differenza che ad intraprendere la procedura è l’Inps.
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