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Rate mutuo, dopo quanto tempo vanno in prescrizione e non si devono pagare

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Ilaria Macchi

Pagare le rate del mutuo è indispensabile, ma a volte le numerose spese che si devono sostenere impedisce di farlo con regolarità. La legge parla chiaro e spiega come comportarsi in questa situazione.

Le spese da gestire sono tante, dalle bollette previste per le utenze di casa alla spesa prevista almeno una volta a settimana. La situazione, però, si complica inevitabilmente se a queste si devono aggiungere le rate del mutuo, che spesso sono tutt’altro che basse. Avere una casa di proprietà rappresenta il sogno di molti italiani, nonostante questo comporti grandi sacrifici: in genere, infatti, il finanziamento non dura meno di 20-30 anni.

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Mutuo casa – Foto | ILoveTrading

Il problema non può che aggravarsi se nel corso degli anni si dovesse perdere il lavoro, cosa che può verificarsi anche se si ha un contratto a tempo indeterminato (un’azienda può chiudere), condizione inevitabile per poter ottenere parere favorevole da parte della banca. Se questo dovesse accadere, la preoccupazione non può che essere forte.

Rate mutuo: a volte sono davvero carissime

Il mattone, si dice spesso, è un investimento che non passa mai di moda e che rappresenta una garanzia per molti di avere qualcosa di proprio, magari anche da tramandare ai figli. E’ proprio per questo che molti fanno il possibile per avere una casa di proprietà, nonostante sia un obiettivo non sempre facile da raggiungere. Le banche, infatti, difficilmente concedono un finanziamento a chi non ha un lavoro con contratto a tempo indeterminato.

Le rate del mutuo, però, soprattutto se l’abitazione si trova in una grande città, sono spesso altissime, al punto tale da rendere difficile sostenerne il peso per una persona che vive sola. E’ per questo che chi si trova in questa situazione preferisce ripiegare sull’affitto.

Se la decisione è ormai stata presa, non resta che valutare un ultimo aspetto: meglio il tasso variabile o quello fisso? Quest’ultima soluzione può risultare di primo acchito non così conveniente, ma lo è a lungo scadenza, visto che ci si mette al riparo da modifiche nel corso del tempo che possono diventare difficili da controllare. Recentemente la BCE ha confermato un nuovo aumento dei tassi del 50% ed è per questo che chi si è reso conto di avere fatto la scelta sbagliata sta avviando una trattativa con il proprio istituto bancario per provare a correre ai ripari.

Cosa fare se si è in difficoltà

Gli imprevisti nella vita di ognuno di noi non possono essere esclusi, ma inevitabilmente se questi dovessero accadere potrebbero influire sulla capacità di pagare le rate del mutuo. Una possibile soluzione può essere data dalla surroga, che porta al trasferimento del proprio finanziamento da una banca all’altra, a condizioni diverse da quelle sottoscritte inizialmente.

A volte, però, nemmeno questo può essere sufficiente e si arriva a un vero e proprio insoluto, ovvero all’impossibilità di saldare quanto previsto. Non rispettare l’accordo può portare la banca a rivendicare il suo bene e quindi a entrare in possesso della casa.

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Sottoscrizione mutuo con banca – Foto | ILoveTrading

Anche un mutuo, però, come accade per altri debiti può andare in prescrizione, situazione che diventa favorevole per l’intestatario. Questo significa che chi ha prestato i soldi potrebbe non volerli più indietro, al punto tale da diventare proprietario dell’immobile pur non avendo regolarizzato la propria posizione.

Ma quando si verifica questo? La prescrizione, ovvero il diritto di richiedere le somme dovute, scatta dieci anni dopo la sua erogazione. Si tratta però, è bene precisarlo, di una circostanza che si verifica raramente. Il primo passo che si compie è quello infatti di essere segnalato come cattivo pagatore presso una centrale rischi, che si verifica nel momento in cui si riscontra un ritardo consecutivo nel pagamento di due rate. Questa è una circostanza che è comunque bene evitare perché rende difficile ottenere successivamente altri prestiti, anche di lieve entità.

 

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