Redazione

Disclaimer

Privacy Policy

Reddito di cittadinanza, stretta sui furbetti: cosa prevede il nuovo emendamento

Foto dell'autore

Claudio Rossi

Un emendamento depositato adesso renderà la vita molto più dura ai truffatori. Ecco come cambiano le cose

Se ne è parlato tanto nelle scorse settimane. Ma, adesso, il tema del Reddito di cittadinanza è tornato nuovamente in auge. Questo perché il Governo ha dichiarato una vera e propria guerra ai furbetti. Ecco cosa rischiano.

Reddito di cittadinanza
Giro di vite sui “furbetti” del Reddito di cittadinanza foto: Ministero del lavoro – ilovetrading

Prima ancora che ai furbetti, in realtà, il Governo di centrodestra presieduto da Giorgia Meloni ha dichiarato guerra al Reddito in sé. Come sappiamo, si tratta di una delle misure più divisive sotto il profilo politico. Cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle, che lo ha fortemente voluto. E sostenuto, pur con qualche tentennamento, anche dal centrosinistra. Per il centrodestra, invece, si tratta di una odiosa forma di assistenzialismo che, nella vulgata conservatrice, premia i fannulloni.

Per altri, invece, pur al netto delle disfunzioni e delle ruberie, il Reddito di cittadinanza ha rappresentato una forma importante di welfare, soprattutto nel drammatico periodo che viviamo, prima con la pandemia da Covid-19 e ora con la guerra in Ucraina che ha scatenato una inflazione galoppante. Ma il Governo Meloni tira dritto. E non solo abolirà presto la misura, ma ora mette nel mirino i cosiddetti “furbetti”. Ecco cosa rischiano.

Giro di vite sui “furbetti” del Reddito di cittadinanza

Pende già da un po’ infatti un disegno di legge sulla procedibilità d’ufficio che andrebbe a rendere ancor più pesante la mano sui cosiddetti “furbetti”. Criminali, in realtà. Accanto a milioni di persone che hanno davvero necessità del sussidio, in tanti hanno lucrato. Persone che non avrebbero diritto. Persino mafiosi e pregiudicati.

Lotta ai furbetti del Reddito di cittadinanza
Ecco come cambiano le regole sul Reddito di cittadinanza (Ansafoto) – ilovetrading

Attualmente, infatti, chi incassa il Reddito di cittadinanza con dichiarazioni reddituali false e presentando documentazione mendace, non può infatti essere punito con il carcere da due a sei anni. Così come non può essere punito con il carcere da uno a tre anni chi non comunica che il suo reddito e il suo patrimonio sono migliorati, tanto da non necessitare più del sussidio di Stato.

Da qui, l’emendamento depositato dal responsabile Giustizia di Azione (il partito di Carlo Calenda), Enrico Costa. Qualora fosse approvato andrebbe a ridisegnare la punibilità, consentendo all’autorità giudiziaria anche di agire d’ufficio contro chi si appropria in maniera indebita del Reddito di cittadinanza. Una misura che, comunque, avrebbe una durata molto breve dato che, come sappiamo, il Governo di centrodestra ha previsto l’abolizione del sussidio a partire dal 2024.

Impostazioni privacy