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Ritorna il Superbonus in formato green: la proposta che potrebbe risolvere tanti problemi

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Valentina Trogu

L’Associazione Nazionale Costruttori Edili rilancia il Superbonus in formato green. La proposta aiuterebbe i redditi bassi a riqualificare gli edifici.

Gli obiettivi green potrebbero essere raggiunti con una efficace riforma del Superbonus. Scopriamo i punti chiave del cambiamento. La Legge di Bilancio 2023 ha ridotto l’aliquota del Superbonus al 90% per l’anno in corso, al 70% per il 2024 e al 65% per il 2025. Un duro colpo per i cittadini che speravano di poter approfittare del 110% fino al 31 dicembre 2023 (com’era nei piani originari).

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Superbonus, prevista una riforma green – Ilovetrading.it

In più, dal 17 febbraio non è più consentito utilizzare la cessione del credito né lo sconto in fattura per i lavori iniziati a partire da questa data. La detrazione resta ma non è sufficiente per convincere i cittadini ad intraprendere i lavori di riqualificazione energetica del proprio immobile. I privati, infatti, non hanno i soldi per poter anticipare una spesa così elevata né l’intenzione di perdere l’eccedenza con riferimento alla capacità fiscale.

Insomma, il Superbonus sta in una fase di stallo e rischia di finire nel dimenticatoio se non riformato. L’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili un’idea per rilanciare la misura l’ha elaborata.

Riforma Superbonus in chiave green, la proposta ANCE

Secondo l’ANCE occorre mettere in atto una riforma del Superbonus che incentivi in primis la riqualificazione degli edifici in classe energetica più bassa. Per raggiungere lo scopo sarà necessario garantire l’accesso alla misura a tutti i contribuenti erogando incentivi che tengano conto del reddito del beneficiario. Il piano è di rimodulare l’agevolazione al reddito in modo tale di non penalizzare i redditi più bassi.

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Superbonus, la proposta dell’ANCE per la riqualificazione energetica – Ilovetrading.it

Il progetto ANCE individua, poi, una seconda priorità della riforma. Sostenere la domanda di abitazioni nuove oppure incisivamente ristrutturate in chiave energetica. Oggi questa domanda è penalizzata da una tassazione molto elevata rispetto quella del mercato dell’usato. Si tratta di un 4-10% sul corrispettivo d’acquisto da una parte e del 2-9% sul valore catastale dell’abitazione usata oggetto d’acquisto dall’altra.

L’idea è di rendere strutturale la detrazione IRPEF pari al 50% dell’IVA corrisposta sull’acquisto delle case nuove o riqualificate e in classe energetica elevata valida oggi solo fino al 31 dicembre 2023. L’ANCE, poi, sul fronte IVA propone anche il mantenimento delle agevolazioni previste sulla prima casa e dell’aliquota ridotta per i lavori di recupero edilizio dei fabbricati esistenti nonché sugli appalti pubblici.

L’Associazione, poi, è contraria alla proroga dello split payment (scissione dei pagamenti) dato che non raggiunge lo scopo di combattere l’evasione ma penalizza solamente un settore già in difficoltà. Le proposte continuano con le seguenti richieste:

  • di neutralità dell’imposta di registro in fase di produzione dei processi di rigenerazione urbana per incentivare il rinnovamento del patrimonio edilizio esistente,
  • della piena deducibilità degli interessi passivi dei finanziamenti contratti per la costruzione degli immobili che le imprese devono vendere,
  • di considerare fiscalmente i fabbricati delle imprese che sono locati come beni strumentali da assoggettare. Si chiede, dunque, l’ammortamento e la deducibilità piena delle spese di manutenzione nonché la detraibilità dell’IVA e la deducibilità dell’IMU.

Questo il nuovo Superbonus secondo la riforma dell’ANCE.

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