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Il Fisco controlla tutti attraverso 3 strumenti che “scovano” i furbetti e non solo

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Antonia Festa

L’Agenzia delle Entrate ha vari strumenti per verificare le posizioni dei contribuenti. Ma a tre di essi bisogna stare attenti.

Gli accertamenti fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate destano sempre ansia e preoccupazione nei contribuenti. Per questo motivo, è opportuno conoscere in che modo il Fisco effettua i controlli e come, eventualmente, ci si può difendere.

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L’Agenzia delle Entrare dispone di vari strumenti per controllare i contribuenti (ilovetrading.it)

Specifichiamo, innanzitutto, che le verifiche vengono compiute attraverso software all’avanguardia, che confrontano i dati presenti nell’Anagrafe tributaria per scovare possibili comportamenti illeciti. In particolare, sono tre gli strumenti dei quali l’Agenzia delle Entrate si avvale per sanzionare gli evasori.

Lo strumento “classico” è il cd. Redditometro. Si tratta di un programma che compara le spese sostenute dai contribuenti in un certo periodo d’imposta con i redditi dichiarati. Se le uscite dovessero essere maggiori delle entrate del 20%, verrebbero disposti controlli d’ufficio.

I beni che destano maggior sospetto sono soprattutto quelli di lusso, come le automobili, le abitazioni, i viaggi. Facciamo un esempio. Tizio è un ragazzo che dichiara uno stipendio mensile di 900 euro. Prenota una viaggio estivo di 6 mila euro e, in inverno, soggiorna in uno chalet di montagna spendendo 2 mila euro. Compra, inoltre, un’automobile di 30 mila euro. Alla fine dell’anno, l’Agenzia delle Entrate gli chiederà spiegazioni, perché ha speso più di quanto ha guadagnato. Tizio, dunque, dovrà provare che le somme utilizzate provengono da fonte lecita.

In merito, la Cassazione ha stabilito che bisogna tenere conto anche di possibili aiuti economici provenienti dai familiari dei contribuenti. Ad esempio, un giovane disoccupato può acquistare un bene di lusso grazie ai soldi prestati dai genitori. Per non incorrere in sanzioni, tuttavia, è necessario che tutti i pagamenti da parte dei parenti avvengano con metodi tracciabili.

Risparmiometro e Anagrafe dei conti correnti: attenzione agli accrediti sul conto corrente, si rischia grosso

Un ulteriore strumento di controllo fiscale è il Risparmiometro. Consiste in un algoritmo pensato per monitorare la compatibilità tra i risparmi del contribuente e il reddito dichiarato. A differenza del Redditometro, dunque, non verifica le spese ma l’ammontare dei soldi risparmiati, giacenti sul conto.

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Tutte le operazioni in entrata sul conto corrente possono essere oggetto di controllo fiscale (ilovetrading.it)

Ad esempio, Caio riceve l’accredito mensile del suo stipendio sul conto ma, allo stesso tempo, svolge un’altra attività lavorativa che non dichiara. Tali guadagni “in nero” non li versa in banca o in posta ma li usa per le spese quotidiane. Alla fine dell’anno, sul conto risultano solo le somme derivanti dallo stipendio, senza alcun prelievo.

L’Agenzia delle Entrate effettua i controlli perché è impossibile sostenere le eventuali spese senza mai prelevare soldi dal conto. Il compito del Risparmiometro, infatti, è proprio quello di controllare se i risparmi siano compatibili con le spese che i contribuenti devono affrontare per se stessi e la famiglia. Se l’importo accumulato in banca è superiore, scattano i controlli fiscali.

L’ultimo strumento di lotta all’evasione è l’Anagrafe dei conti correnti, detta anche “Registro dei rapporti finanziari“. È una sezione dell’Anagrafe tributaria, un database con il quale vengono identificati i rapporti tra contribuenti e istituti di credito. È un archivio in cui sono contenuti tutti i dati che le banche rilasciano al Fisco, come quelli relativi ai conti correnti, agli investimenti, ai finanziamenti, alle cassette di sicurezza. Permettono la verifica, da parte dell’Agenzia delle Entrate, su tutto ciò che i cittadini fanno con le proprie entrate.

Specifichiamo, però, che sono oggetto di controllo solo i movimenti in entrata, cioè i versamenti di contanti allo sportello e gli accrediti ricevuti con bonifici. I prelievi e i bonifici in uscita, invece, non vengono accertati. A stabilirlo è il Testo Unico delle Imposte sui Redditi.

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