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Bonus casa e cessione del credito, se la Banca o Poste Italiane negano l’accesso cosa si può fare? La risposta lascia senza parole

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Antonia Festa

I contribuenti a cui viene negata la cessione del credito hanno a disposizione degli espedienti per non perdere l’agevolazione. Scopriamo quali.

La Banca, Poste Italiane oppure le compagnie di Assicurazione possono respingere le richieste di cessione del credito per gli interventi edilizi.

cessione credito bonus casa
I contribuenti che intendono effettuare interventi edilizi possono richiedere la cessione del credito (ilovetrading.it)

Nella maggior parte dei casi, questo accade perché non è stata prodotta idonea documentazione, perché è stata riscontrata qualche incongruenza con quanto asseverato oppure perché il cessionario non intende più acquistare il credito.

A tale situazione di stallo, tuttavia, può essere posto rimedio. In caso di rifiuto della cessione, infatti, il credito torna ad essere disponibile per il cedente che, dopo aver controllato la regolarità della documentazione in suo possesso, può decidere di cedere il credito ad un altro istituto oppure ad un’azienda o un privato.

In altre parole, se il credito viene rifiutato dalla Banca o da Poste Italiane non significa che si dovrà rinunciare per sempre al beneficio. Quali sono, dunque, gli strumenti a disposizione del contribuente per usufruire della cessione del credito per effettuare interventi di ristrutturazione edilizia?

Come ottenere la cessione del credito in Dichiarazione dei Redditi? La soluzione non è alla portata di tutti

Il Manuale dell’Utente della Piattaforma Cessione Crediti, pubblicato dall’Agenzia delle Entrate a maggio 2023, specifica che il diniego è necessario per poter fornire la nuova documentazione corretta e procedere con una successiva operazione.

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La banca può respingere la richiesta di cessione del credito per i Bonus casa (ilovetrading.it)

Con l’ultima Riforma, tuttavia, son state introdotte nuove regole. Se, infatti, oggetto della cessione sono i crediti relativi alle spese affrontate nel 2023, la cessione dovrà essere indicata all’Agenzia delle Entrate non oltre il 16 marzo 2024.

Per i crediti relativi alle spese sostenute nel 2022, invece, la questione è più complicata. Il Decreto Legge n.11/2023, all’art. 2-quinquies, ha limitato la cd. remissione in bonis, cioè la possibilità di comunicare in ritardo all’Agenzia delle Entrate la volontà di usufruire dell’agevolazione fiscale, ma entro la scadenza per l’inoltro della Dichiarazione dei Redditi, pagando una sanzione di 250 euro.

Le comunicazioni di cessione dei crediti per i costi affrontati nel 2022, infatti, dovevano essere inoltrate entro il 31 marzo 2023 e il contratto di cessione doveva essere stipulato prima di tale data.

Il Decreto Legge n. 11/2023 ha stabilito che la comunicazione tardiva può essere presentata solo se la cessione avviene a favore di Banche, intermediari finanziari iscritti all’Albo o imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia.

Riguardo alle spese sostenute nel 2022, dunque, le regole per i contribuenti intenzionati a cedere i crediti sono le seguenti:

  • se il contratto di cessione del credito è stato stipulato prima del 31 marzo 2023, l’operazione può essere compiuta dal 1° aprile 2023 al 2 ottobre 2023 (se viene presentata la Dichiarazione dei Redditi con Modello 730) oppure entro il 30 novembre 2023 (se la Dichiarazione dei Redditi avviene con Modello Redditi), tramite la remissione in bonis a favore di chiunque;
  • se il contratto di cessione del credito è stato stipulato dopo il 31 marzo 2023, la cessione tramite remissione in bonis può essere disposta solo a favore di istituti di credito, intermediari finanziari o imprese di assicurazione.

I clienti che non riescono a reperire un acquirente, possono scegliere la detrazione diretta in Dichiarazione dei Redditi, suddividendo il credito relativo al 2022 in 10 anni, a partire dalla dichiarazione del prossimo anno.

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