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Pensione e contributi figurativi, la verità sul loro valore e non solo

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Antonia Festa

Che impatto hanno i contributi figurativi sulla pensione? Controlla la tua posizione al più presto, non te ne pentirai.

Nel momento in cui un lavoratore si appresta a raggiungere l’età per la pensione e ha intenzione di smettere di lavorare, è importante che verifichi l’ammontare esatto dei contributi maturati nell’arco dell’intera vita lavorativa.

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I contributi figurativi hanno valore per il diritto e la misura della pensione (ilovetrading.it)

Si tratta di un’operazione fondamentale, per non rischiare di avere brutte sorprese al momento della presentazione della domanda di pensione.

Tramite il rilascio dell’estratto contributivo, il lavoratore può calcolare in maniera esatta tutti i versamenti presenti nelle banche dati INPS. La lettura dei contributi, molte volte, può risultare complicata, soprattutto per le carriere professionali discontinue. Tra l’altro, i periodi sono espressi in settimane, mesi o anni, bisogna saper distinguere tra contributi effettivi da lavoro e contributi figurativi e considerate il minimale da versare.

I contributi figurativi, ad esempio, sono validi per il raggiungimento dei 20 anni di versamenti per la pensione di vecchiaia ordinaria. Sono utili anche per la pensione anticipata. Attenzione, però, perché in quest’ultimo caso servono 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, ma 35 anni devono essere effettivi, cioè da lavoro svolto e non figurativi.

In particolare, scopriamo come si calcolano i contributi figurativi e in che modo sono validi per il pensionamento.

Contributi figurativi: qual è il loro ruolo e come vengono versati?

La contribuzione figurativa è quella accreditata direttamente dall’INPS per i periodi in cui l’attività lavorativa è sospesa o ridotta, durante i quali si percepiscono ammortizzatori sociali, come indennità di disoccupazione, malattia, Cassa Integrazione, maternità. Tali versamenti, nella maggior parte delle ipotesi, sono utili sia ai fini del diritto sia della misura della pensione; servono, cioè, a maturare i requisiti prescritti dalla legge e a determinare l’importo dell’assegno pensionistico.

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I contributi figuratici sono accreditati per i periodi in cui l’attività lavorativa è ferma o ridotta (ilovetrading.it)

È un enorme vantaggio per tutti i lavoratori che non percepiscono la retribuzione e che, dunque, sono impossibilitati a pagare i contributi previdenziali.

La regola generale è l’accredito d’ufficio dei contributi figurativi da parte dell’INPS, senza che l’interessato presenti alcuna domanda. Questo, ad esempio, avviene nel caso di malattia, disoccupazione, maternità obbligatoria, congedo parentale o Cassa Integrazione. Per il servizio civile e quello militare e per la maternità facoltativa, invece, è necessaria una specifica richiesta.

Contributi figurativi: l’esempio della Cassa Integrazione

Il caso più frequente di contribuzione figurativa nell’estratto conto è quello relativo alla Cassa Integrazione, perché è l’ammortizzatore sociale a cui si ricorre per consentire al lavoratore di percepire un reddito anche nei momenti di mancata o ridotta attività lavorativa (ad esempio, nei periodi di crisi oppure di scarsi approvvigionamenti di materie prime).

I versamenti sono disposti interamente dall’INPS nel caso di assenza totale dal lavoro, mentre in parte dall’Istituto di previdenza e in parte dal datore di lavoro nel caso di assenze parziali. Tutti i contributi figurativi sono assimilati a quelli effettivi, ai fini del diritto e della misura della pensione.

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