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Conti correnti: se fai questi movimenti arriva la GdF | Controlla le tante cose che non puoi più fare

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Anna Di Donato

La lotta all’evasione da parte dell’Agenzia delle Entrate continua con metodi sempre più all’avanguardia. Ecco cosa sta succedendo 

Il contrasto all’evasione fiscale è da sempre una priorità e il Fisco si munisce di sempre più sofisticati strumenti di controllo.

Conti correnti: se fai questi movimenti scattano i controlli
Conti correnti, come funzionano i controlli-ilovetrading.it

In particolare, si combatte non solo l’evasione, ma anche il riciclaggio di denaro. Solitamente, l’Agenzia delle Entrate si avvale di diversi metodi per effettuare i controlli, a partire dalla Dichiarazione dei Redditi.

In linea generale, i controlli scattano nel momento in cui l’Agenzia sospetta che vi siano operazioni non chiare, se il contribuente ha fonti di reddito non dichiarate oppure se ha speso più di quello che ha dichiarato.

Ci sono delle situazioni tipo che potrebbero far scattare i controlli, come per esempio quando ci sono irregolarità nella dichiarazione dei redditi, oppure un ritardo nel presentarla, o ancora, se non la si presenta affatto. Certe volte, c’è assenza di requisiti.

Questi controlli spesso sono silenti, il contribuente nemmeno se ne accorge. Solo se si verificano sospetti, allora parte un avviso di accertamento dal Fisco.

Conti correnti: il nuovo strumento del Fisco per controllarli

In un documento pubblicato il 19 maggio 2023, l’Agenzia delle Entrate ha annunciato che si avvarrà di un nuovo strumento di controllo, atto a contrastare il fenomeno dell’evasione fiscale e di eventuali frodi.

Conti correnti: il nuovo strumento di verifica del Fisco
Conti correnti: il nuovo strumento di controllo del Fisco-ilovetrading.it

Nel dettaglio, si tratta dell’anonimometro, uno strumento, o meglio ancora, un algoritmo, tramite cui l’Agenzia delle Entrate riesce a fare un incrocio dei dati dei contribuenti, per controllare se risultano anomalie e discrepanze tra redditi, guadagni, spese ecc.

Come richiesto dal Garante della Privacy, l’Agenzia ha dovuto spiegare nel documento redatto e pubblicato, come avverranno tali controlli. Saranno verifiche che occorreranno seguendo uno schema di anonimato. A ogni contribuente, infatti, sarà assegnato un codice, con cui, in caso di sospetti, si potrà risalire alla sua identità.

Il fatto di indicare il contribuente con un codice e non con i dati anagrafici, è un modo per proteggerne la privacy, in caso risultasse non a rischio evasione. L’algoritmo lavorerà in diverse fasi, dieci per l’esattezza, iniziando a circoscrivere quegli utenti che potrebbero essere a rischio, a seconda dei movimenti che compiono con il proprio conto corrente.

Tale sistema, tuttavia, dovrà essere poi rivisto dagli esseri umani, in modo che, come chiarisce l’Agenzia, non si rischi di far controllare i contribuenti solo da un algoritmo.

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