Che cos’è l’overthinking? Non va affatto sottovalutato: ecco come capirlo e contrastarlo efficacemente.
Ci sono persone che lo fanno per natura. Sono fatte così e non possono farci granché. Altre persone che, invece, finiscono in questo vortice per via di un momento particolare della propria esistenza. In un modo o nell’altro, l’overthinking è un problema. Ecco come riconoscerlo e come combatterlo.
Ovviamente, come sempre accade quando parliamo di salute fisica e mentale, la premessa e precisazione preliminare è che i nostri sono solo e soltanto consigli, peraltro formulati sulla scorta delle evidenze scientifiche. Ma, comunque, mai e in nessun caso vogliono, né possono sostituirsi a un consulto con un esperto del settore: psicologi e psichiatri, nella fattispecie.
Ma la vita come la conosciamo oggi è davvero frenetica, ci fa immergere in mille problemi. Inevitabile che la nostra testa non sia leggera, ma che tutto frulli in continuazione lì dentro. Inevitabile, dicevamo. Forse anche normale. Ma come facciamo a stabilire se abbiamo superato il limite?
Quando parliamo di overthinking, parliamo di una condizione psicologica caratterizzata da una costante attenzione ad alcuni pensieri. Tanto costante da essere ripetitiva, ossessionante e, quindi, spesso anche invalidante. Perché i pensieri ci sommergono, letteralmente ci tolgono il fiato. E, quindi, non ci fanno essere lucidi sulle altre tante attività della vita.
Una spirale di pensieri in cui si può riflettere, anzi, rimuginare, su una scelta effettuata precedentemente. Ma si può anche temere per il proprio futuro. Economico, di salute, familiare. Non importa l’ambito. Una condizione che genera stress e ansia e che può essere il sintomo (magari il primo sintomo) di un disturbo mentale, come il disturbo ossessivo-compulsivo. L’overthinking si può manifestare con sintomi fisici come mal di testa, dolore al collo e alla schiena, ma anche con sintomi psicologici come ansia, preoccupazione, irritabilità o sbalzi di umore.
Che si sia immersi nel passato o che si tema per il proprio futuro, il dato è che chi è nel vortice dell’overthinking non vive il presente. Una condizione che si può provare a superare in maniera blanda, con attività fisica e meditazione (che certamente aiutano), ma che, come dicevamo prima, se arrivata a uno stadio troppo elevato, che ci porta a essere alienati rispetto al resto e ad avere una condizione che non ci fa vivere bene, può rendere necessario l’avvio di un percorso terapeutico.
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