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Pensioni di vecchiaia ed invalidità arriva le terribile doppia mazzata già approvata | Rabbia

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Antonia Festa

Nei prossimi mesi i contribuenti dovranno fare i conti con spiacevoli novità relative a pensioni di reversibilità, di vecchiaia e di invalidità.

In vista della prossima Legge di Bilancio, il Governo e i sindacati stanno discutendo su probabili modifiche alle principali prestazioni pensionistiche, in particolare agli strumenti di pensione anticipata. Prima della fine dell’anno, tuttavia, potrebbero esserci delle modifiche inattese e negative, relative agli importi delle pensioni.

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Brutte sorprese per le pensioni di vecchiaia, invalidità e reversibilità (ilovetrading.it)

Nel dettaglio, ci sarà una rivalutazione annua inferiore rispetto all’andamento dell’inflazione e dell’indice dei prezzi al consumo comunicato dall’ISTAT. Le misure interessate sono le pensioni di vecchiaia, di invalidità e di reversibilità.

Per il prossimo anno, dunque, è atteso un ricalcolo delle prestazioni più basso di quello che si attendeva in relazione all’inflazione e al costo della vita. Di conseguenza, ci saranno degli incrementi degli assegni molto più lievi. Ma non si tratta dell’unica modifica alle pensioni di vecchiaia, di reversibilità e di invalidità.

Rivalutazione delle pensioni e aumento degli assegni: cosa accade l’anno prossimo

Il Governo ha comunicato le nuove percentuali di rivalutazione per la perequazione delle principali prestazioni. Ebbene, da quest’anno non ci sono più tre percentuali ma sei e diminuiscono all’aumentare dell’importo della pensione.

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A quanto ammontano gli aumenti delle pensioni con la rivalutazione? (ilovetrading.it)

Per il 2023, dunque, le percentuali di rivalutazione delle pensioni saranno le seguenti:

  • 100%, per le prestazioni fino a 4 volte il minimo (2.100 euro lordi mensili);
  • 85%, per gli assegni fino a 5 volte al minimo (2.626 euro lordi al mese);
  • 53%, per le pensioni fino 6 volte il minimo (3.150 euro lordi mensili);
  • 47%, per gli assegni fino a 8 volte il minimo (4.200 euro lordi mensili);
  • 37%, per le prestazioni fino a 10 volte il minimo (5.250 euro lordi mensili);
  • 32%, per gli assegni superiori a 10 volte il minimo.

Ad eccezioni delle pensioni più povere, gli aumenti saranno pressoché insignificanti, anche se interesseranno tutti i percettori di pensioni di vecchiaia, di invalidità e di reversibilità. Con molta probabilità, tali somme rimarranno in vigore anche per il 2024.

Il prossimo gennaio, infatti, ci sarà una nuova rivalutazione annua, ma prendendo in considerazione gli indici degli ultimi mesi del 2023. Secondo le previsioni relative all’inflazione e all’andamento dei prezzi al consumo comunicato dall’ISTAT e determinato sui dati dei mesi di novembre e dicembre 2023, ci sarà un leggero aumento dell’indice di rivalutazione, che passerà dal 7,3% all’8,1%.

Si tratta di una percentuale maggiore rispetto a quella dell’anno in corso ma non tanto da assicurare idonei incrementi delle prestazioni pensionistiche. I contribuenti, infatti, riceveranno aumenti irrisori, pari a pochi euro (2 o 4, in alcuni casi), che verranno accreditati ad inizio 2024.

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