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Rimborso 730 e NASPI: l’INPS può negare l’importo

Gerardo Marciano

Ricevere un rimborso IRPEF dopo aver presentato il modello 730 sembra un passaggio semplice. Ma se entra in gioco la NASpI, il meccanismo può incepparsi senza preavviso. Tutto sembra a posto: dati corretti, Certificazione Unica in mano, speranza che il rimborso arrivi entro l’estate. Poi il nulla. Nessun accredito. E nessuna spiegazione immediata. La realtà? Un piccolo dettaglio burocratico può bloccare tutto. L’errore sta spesso in una casella spuntata in automatico. Ma quando si tratta di soldi, le distrazioni si pagano care.

Ci sono situazioni in cui si pensa di aver fatto tutto come si deve, e invece qualcosa sfugge. È lì che iniziano i problemi. Il caso è comune tra chi ha percepito la NASpI durante l’anno precedente. Magari l’indennità è terminata da poco, oppure deve ancora iniziare. Eppure, nel modello 730, l’INPS viene indicato come sostituto d’imposta.

Calcolatrice, penna e banconote
Rimborso 730 e NASPI: l’INPS può negare l’importo-ilovetrading.it

Sembra la cosa più logica, dato che ha rilasciato la Certificazione Unica. Ma la logica fiscale non sempre segue il buon senso. Se il rapporto con l’INPS non è attivo al momento giusto, il rimborso resta in sospeso. E l’attesa si trasforma in frustrazione.

Quando l’INPS non può agire come sostituto d’imposta

Chi riceve la NASpI e presenta il modello 730 deve sapere che c’è una data chiave: il 31 marzo. Se l’indennità è cessata prima di quel giorno, l’INPS non può più comportarsi da sostituto d’imposta. In pratica, non ha più un legame attivo con il beneficiario e quindi non può gestire il rimborso IRPEF. Anche se nella dichiarazione è stato indicato come tale, l’Istituto è costretto a rifiutare il conguaglio.

Calcolatrice, banconote e dati
Quando l’INPS non può agire come sostituto d’imposta-ilovetrading.it

Situazioni simili si verificano anche quando la NASpI non è ancora iniziata. Magari la domanda è stata accettata, ma i pagamenti non sono partiti. Anche in questo caso, l’INPS non ha potere d’intervento. Un altro errore frequente è compilare il 730 dando per scontato che basti la Certificazione Unica. Ma non è così. Se l’indennità è terminata, l’Istituto non può fare da ponte per il rimborso.

Il risultato? L’INPS comunica il diniego e passa la pratica all’Agenzia delle Entrate. Da quel momento, cambiano i tempi e i meccanismi.

Cosa succede quando il rimborso passa all’Agenzia delle Entrate

Senza un sostituto d’imposta attivo, l’Agenzia delle Entrate prende in carico il rimborso IRPEF. Ma serve pazienza. I tempi si allungano e l’accredito non avviene nei mesi estivi. L’importo arriverà solo dopo i controlli necessari e solo se è stato inserito correttamente l’IBAN nel modello 730. In caso contrario, bisognerà fare una richiesta separata, con ulteriori ritardi.

Chi è consapevole della propria situazione può evitare tutto questo. Se la NASpI è terminata prima del 31 marzo, conviene selezionare l’opzione “senza sostituto d’imposta” nel modello 730. In questo modo l’Agenzia gestisce subito la pratica, evitando blocchi e dinieghi da parte dell’INPS.

Spesso si sottovaluta l’importanza di un dettaglio temporale. Ma quando si parla di rimborso IRPEF e NASpI, sono proprio i piccoli errori che fanno perdere mesi. Conoscere il funzionamento di questi passaggi non è solo utile, è necessario.

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