Il canone Rai torna al centro dell’attenzione con l’avvicinarsi del 2026 e non tutti sanno che l’esenzione non scatta più in automatico. Età, reddito e assenza del televisore contano, ma senza una domanda formale il rischio di addebiti resta concreto. Le scadenze fanno la differenza.
Quando si parla di canone Rai 2026, il vero nodo non riguarda solo chi deve pagarlo, ma soprattutto chi ha diritto all’esenzione e rischia di perderla per una dimenticanza.

Le regole richiedono attenzione, perché la procedura passa attraverso una dichiarazione sostitutiva e una corretta gestione della modulistica dell’Agenzia delle Entrate.
Esenzione canone Rai 2026: requisiti, domanda e tempistiche
Il canone Rai è dovuto anche nel 2026, ma la normativa riconosce specifici casi di esenzione, che però richiedono sempre un’azione diretta da parte dell’interessato. Chi ritiene di non dover pagare il canone per motivi di età, reddito o mancato possesso del televisore deve presentare una dichiarazione sostitutiva all’Agenzia delle Entrate, perché l’esenzione non opera più in modo automatico.

Tra i casi più frequenti rientrano gli over 75, purché il reddito annuo complessivo, calcolato sommando i redditi propri e quelli del coniuge, non superi prevalentemente la soglia degli 8.000 euro. In passato sono circolate indicazioni con importi differenti, ma proprio per questo diventa essenziale verificare il valore ufficiale aggiornato prima di inoltrare la domanda, così da evitare errori che potrebbero compromettere l’istruttoria.
Un’altra ipotesi rilevante riguarda la dichiarazione di non detenzione di apparecchi televisivi. In questo caso il contribuente deve attestare che, nell’abitazione collegata all’utenza elettrica della famiglia anagrafica, non è presente alcun televisore per l’intero anno. Questa dichiarazione ha validità annuale e richiede il rinnovo ogni anno se la situazione resta invariata. Il riferimento è il Quadro A del modulo ufficiale.
Esistono poi situazioni più articolate, come la presenza di una doppia utenza elettrica intestata alla stessa famiglia anagrafica, che richiede la compilazione del Quadro B. Rientrano inoltre tra i potenziali beneficiari alcune persone con disabilità, in taluni casi collegate alla Legge 104, i nuclei familiari con basso reddito e chi utilizza il televisore esclusivamente per contenuti via internet, senza ricezione del segnale televisivo tradizionale.
La domanda presentata entro il 31 gennaio consente di ottenere l’esenzione per l’intero anno. Chi invia la dichiarazione tra il 1° febbraio e il 30 giugno beneficia dell’esenzione limitatamente al secondo semestre, mentre le richieste presentate dopo il 30 giugno producono effetti solo sull’anno successivo. Agire in ritardo significa esporsi ad addebiti e dover affrontare eventuali procedure di rimborso.
La procedura prevede l’invio della dichiarazione sostitutiva all’Agenzia delle Entrate, tramite i servizi telematici, presso gli uffici territoriali oppure per posta, seguendo le indicazioni contenute nella modulistica ufficiale, che fa riferimento agli uffici competenti di Torino. La documentazione richiesta resta essenziale ma imprescindibile: documento di identità valido, certificazione di residenza e attestazioni reddituali, come il CUD o documenti equivalenti.
Poiché non esiste alcun rinnovo automatico, chi ha diritto all’esenzione deve ripresentare la domanda ogni anno e conservare con cura le ricevute di invio. Solo così è possibile dimostrare la tempestività della richiesta in caso di controlli o contestazioni. Pianificare per tempo, utilizzare il modulo aggiornato e verificare con attenzione i Quadri A e B resta la strategia più efficace per ottenere l’esenzione dal canone Rai 2026 senza complicazioni.






