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Bonus auto: pioggia di soldi per farti comprare quella nuova (dura 8 anni)

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Salvatore Dimaggio

Il Governo Draghi da tempo era al centro di indiscrezioni in merito ad un corposo bonus auto capace di rilanciare il disastratissimo settore dell’automobile.

Infatti il settore Automotive dopo aver patito la crisi del covid ha partito anche la penuria dei chip ed è stato messo davvero in ginocchio.

Di conseguenza i protagonisti di questo comparto chiedevano con forza al governo nuovi interventi. E gli interventi effettivamente sono arrivati. L’occasione è stata quella del decreto bollette posto in essere dal governo per cercare di arginare i tremendi rincari di questi mesi. Il governo ha approfittato del decreto sul caro bollette per introdurre la nuova ondata di bonus auto che saranno però molto diversi da quelli precedenti, ma anche molto più interessanti. Innanzitutto parliamo di interventi assolutamente strutturali perché il governo ha stanziato la cifra notevole 8 miliardi di euro spalmati su 8 anni.

Strutturale ed innovativo

Dunque il bonus auto diventa un bonus strutturale che beneficerà di un miliardo all’anno per 8 anni. Si tratta di uno strumento a lunghissima durata perché scadrà addirittura nel 2030. Ma le novità di questo bonus non si fermano semplicemente alla durata eccezionale. Innanzitutto questo bonus non nasce come quello precedente unicamente per favorire la transizione energetica. O meglio, se il focus della transizione verso le auto elettriche rimane sempre forte, questa volta non è l’unico. Infatti a beneficiare del bonus non saranno soltanto le auto elettriche, ma anche un ventaglio più ampio di auto ad emissioni basse o medio basse.

Aiuti ad ampio spettro

Il punto è che questo decreto mira a sostenere il comparto Automotive nel complesso e di conseguenza limitarsi alle sole auto elettriche avrebbe significato offrire un aiuto molto limitato ad un comparto che vede l’elettrico ancora agli ultimissimi posti di vendita. C’è poi un’altra questione molto importante relativamente al bonus auto. Infatti la transizione verso l’elettrico rischia di mettere a repentaglio ben 70.000 posti di lavoro. Dunque il governo vuole accompagnare l’industria dai motori tradizionali all’elettrico in maniera graduale. Ma come vedremo un occhio di riguardo è stato tenuto ai redditi più bassi.

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Il governo mira a sostenere anche lo sviluppo delle centraline di ricarica delle auto elettriche e la produzione in Italia dei chip perché dare bonus per l’acquisto delle auto elettriche quando poi mancano infrastrutture e possibilità di produrle diventa limitante. Ma sono forti le indiscrezioni che vedono questo bonus come proporzionato ai redditi e quindi focalizzato soprattutto dare una mano alle famiglie più in difficoltà.

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