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BCE: microtapering. I mercati respirano, ma così l’inflazione spaventa

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Salvatore Dimaggio

La BCE riduce leggermente gli acquisti del programma pandemico Pepp. Ma i tassi restano a zero. Anche Il tasso sui depositi resta confermato a -0,50%. I prestiti marginali fissi a 0,25%.

Come ampiamente previsto la BCE decide di non decidere. Dunque decide di mantenersi in linea con la sua omologa Federal Reserve americana. Il timore di spaventare i mercati è troppo forte quindi pur essendo in condizioni di manifesta forte inflazione la BCE rimane sulla politica ultra accomodante. I tassi rimangono fissi a zero. Guai a toccarli e ad impensierire i mercati. Il programma di acquisti, al contrario, viene lievemente limato. Ma limato così poco che sostanzialmente non ha nessun impatto sull’inflazione. Più che altro è una manovra psicologica: serve ad abituare i mercati che piano piano gli acquisti si ridurranno. Probabilmente la Fed nella sua riunione di fine settembre resterà anch’essa su uno stile del genere. Dunque tutto molto lento. Tutto molto a rilento perché le borse non vanno spaventate per nessuna ragione al mondo.

L’inflazione non esiste

Tuttavia lasciare i tasti assolutamente invariati nonostante le fiammate chiarissime dell’inflazione ha senso? Per Bullard della Fed proprio no. Il banchiere centrale americano era stato chiaro: l’inflazione è molto forte e soprattutto siamo a rischio bolla immobiliare per cui consigliava alla propria banca di partire immediatamente con il tapering. Implicitamente lo consigliava anche alla BCE, ma come era ampiamente atteso la Banca Centrale Europea continua a fingere di ignorare l’inflazione e continua a pompare soldi nel sistema. Soldi che già all’atto pratico cominciano a valere un po’ meno per darti beni primari.

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I cittadini europei se ne accorgono sulle bollette, che aumentano e tanto. Sulle auto che cominciano ad avere blocchi di produzione perchè mancano i chip.

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Ma l’elenco delle materie prime i cui prezzi sono stati gonfiati dall’inflazione è lungo ed inquietante. Ma la BCE non lo vuole vedere.

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