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Pandemia, l’enorme speculazione della cause farmaceutiche: il prezzo che stiamo pagando

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Salvatore DiMaggio

Un rapporto circostanziato ed attendibile parla di cifre notevoli, di prezzi davvero troppo alti e di un giro d’affari che approfitterebbe di posizioni di monopolio difficilmente giustificabili.

Con la pandemia un pugno di aziende hanno avuto nelle loro mani, letteralmente il futuro del mondo. Le grandi aziende farmaceutiche che hanno lavorato alacremente ed in condizioni mai viste prima, per le realizzazione dei sospirati vaccini, sono state dipinte ora come salvatori del mondo ed ora come profittatori con pochi scrupoli. Sono Oxfam ed Emergency ad aver creato uno studio su questa delicatissima questione che sta sollevando non poche polemiche. Ma cosa è successo in concreto?

Secondo questo esplosivo studio, i vaccini basati su mRNA ai quali gli stati di tutti il mondo hanno affidato le speranze per la ripartenza, sarebbero potuti costare addirittura un quinto se le case farmaceutiche non avessero giocato la carta del monopolio dei brevetti. Ma tutto ciò è legale?

Il rapporto rincara la dose ricordando che Pfizer e Moderna abbiano ricevuto celemente la colossale cifra di 8,25 miliardi di dollari per lo sviluppo dei vaccini. Eppure oggi potrebbero far sborsare agli stati oltre 41 miliardi di dollari extra rispetto ai costi di produzione effettivi.

Un peso troppo elevato per i più poveri

Il nostro paese senza il peso extra di profitti aziendali imposto dalle due aziende, avrebbe risparmiato ad oggi ben 4,1 miliardi. E discorsi simili si possono fare per tutti i paesi del mondo. Il vero nodo etico della questione è che i paesi ricchi sostengono a spada tratta il monopolio delle aziende farmaceutiche. A sottolinearlo sono Sara Albiani e Rossella Miccio appartenenti alle due ONG firmatarie dello studio. Se le aziende condividessero le loro conoscenze con aziende dei paesi in via di sviluppo, la produzione di vaccini potrebbe aumentare ed i prezzi potrebbero diminuire.

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Il costo di questa pratica è tremendo in termini di salute: ad oggi nei paesi a basso medio reddito, solo l’1% delle persone è stata vaccinata. Allora la domanda è: è giusto che in un contesto del genere venga del genere venga mantenuto senza deroghe un monopolio che riduce al lumicino l’accesso al vaccino nei paesi poveri?

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I portavoce delle aziende hanno evitato di entrare nel dibattito pubblico riguardo al legame tra i loro monopoli (leciti) e la penuria di vaccini nei paesi poveri, ma è questo il nodo che andrebbe affrontato.

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