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Le varianti spaventano la BCE. Timori per il futuro

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Salvatore Dimaggio

La variante Delta spaventa la Banca Centrale Europea. Ma non solo non è soltanto la famosa variante Delta ad intimorire l’istituto centrale europeo, ma anche tutta la vasta gamma di possibili varianti che si stanno sviluppando nel pianeta.

I modelli predittivi che la Banca Centrale utilizza per le sue stime sono sostanzialmente affidabili anche se non privi di errori. Tuttavia ovviamente si basano sulle varianti conosciute. L’evoluzione della variante Delta alimenta ed incrementa l’incertezza. Le altre varianti nel mondo poi complicano ancora più il quadro. L’istituto centrale teme che picchi di positivi causati dalle nuove varianti possano inceppare o bloccare del tutto la ripresa dell’eurozona.

Lavoro ed approvvigionamenti a rischio

Particolarmente delicato è il nodo degli approvvigionamenti industriali. Sappiamo bene che danno enorme sia stata la penuria di microchip per l’industria delle auto. Ma innanzitutto il microchip non hanno impattato solo su quelli industria. Ma poi il rischio più concreto è quello che picchi di contagi e quindi conseguenti chiusure anche solo locali possano di nuovo far crescere quegli intoppi nella catena degli approvvigionamenti che sono accaduti durante lockdown e dai quali non siamo ancora usciti completamente. Gli approvvigionamenti industriali sono una catena fortemente interconnessa e blocchi a macchia di leopardo possono costituire un danno enorme per tutto il sistema.

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Di conseguenza la Banca Centrale Europea non nasconde le sue preoccupazioni pur manifestando soddisfazione per la ripresa della zona euro anche grazie alla campagna vaccinale di successo. 

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L’altro grande timore della Banca centrale europea riguarda il mercato del lavoro. I miglioramenti ci sono ma le sofferenze imposta da pandemia e chiusure sono ancora evidenti e non si riesce a capire in che termini potranno evolvere. Resta il nodo dell’incertezza legata alle varianti. 

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