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Come frodare il fisco di 2,5 milioni. La truffa era (quasi) perfetta

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Salvatore Dimaggio

Le autorità di Massa hanno smascherato una truffa ai danni dell’erario davvero imponente e che andava anti da anni. In 11 sono finiti in manette. Ecco come funzionava il meccanismo fraudolento.

Alcuni noti imprenditori della zona avevano iniziato a non pagare imposte e contributi arrivando ad accumulare una posizione debitoria nei confronti del fisco davvero imponente. Ma questo non faceva loro molta paura poiché avevano un accordo con un’altra serie di personaggi. Questo secondo gruppo costituito di nullatenenti, aveva il compito di acquistare le ditte in profondo rosso. Ecco come funzionava la truffa. I nullatenenti subivano le sanzioni per i fallimenti delle aziende, ma in realtà queste erano state trasferite solo di nome.

Prestanome e milioni

I Vecchi imprenditori continuavano a detenere locali e mezzi per continuare la consueta attività con aziende nuove di zecca. Almeno formalmente. In realtà l’impresa dal punto di vista sostanziale era restata sempre nelle loro mani. A migrare ai soggetti nullatenenti era stata solo formalmente la ditta con tutto il suo ingente carico di debiti. Che tanto il fisco non avrebbe mai potuto recuperare dai soggetti nullatenenti. Ed il gioco è fatto. Ma gli inquirenti hanno ricostruito anni di spostamenti fittizi di aziende e di questo traffico ben rodato ed hanno alla fine contestato i reati agli 11. Tra l’altro i truffatori erano stati particolarmente disinvolti dato che le “Nuove aziende” avevano nomi anche vicinissimi a quelle vecchie fallite. Ovviamente era loro interesse conservare avviamento e clientela.

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Tuttavia facendo così hanno reso la vita più semplici agli inquirenti. La procura ha presentato istanza di fallimento ai tribunali di Massa e La Spezia.

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Ciò ha portato alla dichiarazione di fallimento di 9 società. Attualmente ci sono due di loro soggetti ad arresti domiciliari e sono scattate nove misure interiettive dell’attività di impresa.

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