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Guadagna vendendo i tuoi dati. Da oggi la UE lo consente

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Salvatore Dimaggio

La tutela della privacy è stata da anni una delle stelle polari della rivoluzione digitale. Ma non solo.

Da un certo momento in poi è emerso come la tutela della privacy e dei dati specialmente in ambito digitale sia un diritto dell’individuo e debba essere tutelata. Chiunque carpisce i dati del singolo e li utilizza a scopi commerciali ne sta ledendo i diritti. Così come anche commette un illecito chi conosca lecitamente i dati relativi ad un singolo ma poi li venda a terzi in cambio di danaro. Una recente direttiva europea sui diritti del consumatore digitale cambia completamente il substrato concettuale della materia. Vediamo come.

Vendere i propri dati

Si riconosce in un modo piuttosto innovativo che i dati hanno un valore economico e che possono essere comprati e venduti. Di conseguenza si riconosce come lecito il fatto che un individuo possa pagare beni e servizi cedendo i propri dati oppure consentendo ad una società che eroga beni e servizi o una società terza di carpire i suoi dati. Il riconoscimento dei dati di un individuo come di un valore di sua proprietà che egli può anche cedere è un qualcosa di innovativo dal punto di vista giuridico e avrà bisogno di tempo per poter essere digerito ed elaborato dalla giurisprudenza. Ad ogni modo fenomeni del genere non sono completamente estranee al mondo commerciale.

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Infatti già oggi esistono browser che riconoscono bonus in base ad un accesso ai propri dati di navigazione o dati commerciali. Per non parlare di tutti quei sistemi di sondaggi retribuiti.

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Insomma l’Unione Europea però con questa innovazione apre la strada al singolo alla possibilità di guadagnare con i propri dati. E a tante aziende di cominciare a commerciare con essi.

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