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Evergrande evita il default all’ultimo minuto, ma la crisi si aggrava

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Salvatore Dimaggio

Notizie a raffica sul fronte dell’immobiliare cinese.

Da una parte abbiamo Evergrande che stupisce tutti e si salva dal default tecnico che sarebbe scattato tra pochissimo, pagando via Citigroup quanto dovuto sul Bond offshore da 83,5 milioni di dollari. La cifra era scaduta il 23 settembre e di conseguenza se non pagata entro il 23 ottobre sarebbe scattato il default. Pagando questa cifra il default tecnicamente per ora è evitato. Dall’altra parte, però, abbiamo che il macigno da oltre 300 miliardi di dollari di debito sulla grandissima azienda rimane sempre lì. Nessuno attualmente ha modo di capire come potrebbe salvarsi. Anche perché i salvataggi di Stato sono esclusi nel modo più categorico e le trattative trovate finora non stanno sortendo i risultati sperati.

Una situazione ambigua

Intanto si aggravano le cifre globali sul debito dell’immobiliare cinese che appare ogni giorno più insostenibile. Inoltre la situazione creditizia critica si manifesta anche su tanti altri settori, primo tra tutti il lusso. Di conseguenza il temuto scoppio del default non c’è stato, ma per quello che si può dire ora è solo rimandato. In queste condizioni la Cina continua a spaventare i mercati e a tenere alta la tensione sul fronte borsistico. Eppure tutti gli ultimi report continuano a sostenere come nei confronti della Cina ci sia un atteggiamento ambiguo e guardingo da parte degli investitori. Alcuni sono spaventati da quanto sta accendendo, ma sostanzialmente la fiducia nel dragone resta. Eppure il governo di Pechino sa che deve stare molto attento in questa fase per non creare altri timori agli investitori internazionali.

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Pertanto sta monitorando con attenzione la situazione e sta cercando di essere più aperto nei confronti delle banche estere, concedendo di vendere i propri prodotti finanziari in Cina.

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Vedremo nelle prossime settimane come potrà evolvere la situazione che rimane del tutto aperta.

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