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Facebook, in borsa la situazione non migliora: uno dei mesi più neri della sua storia

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Carmelo Giuffre

In Borsa il titolo di Facebook continua a preoccupare ma d’altronde i danni d’immagini subiti negli ultimi mesi dovevano prima o poi presentare il contro. 

Non è un buon momento per Facebook. Negli ultimi mesi infatti, la multinazionale guidata da Mark Zuckerberg ha dovuto fronteggiare tantissime situazioni critiche, a partire dall’indagine avviata nei suoi confronti dal Congresso Usa. Una situazione che inizia a mostrare i suoi primi effetti anche sul versante finanziario. Facebook viene infatti da un mese molto difficile in borsa e le sue prospettive al momento non sembrano preludere a un cambio di passo positivo in tal senso. Il titolo è sceso sotto i 325 dollari e non accenna a risalire. Da non trascurare poi, come hanno anche fatto notare di recente gli analisti di MilanoeFinanza.it, quanto abbia inciso sull’umore degli investitori, la causa intentata contro l’azienda da Frances Haugen ex dipendente di Facebook. 

Le accuse di un ex dipendente che sostiene come Facebook metta il profitto davanti al controllo dei contenuti

Haugen infatti ha accusato pubblicamente Zuckerberg di pensare solo al profitto, al punto che all’interno del colosso hi tech questa è diventata nel tempo una vera e propria direttiva editoriale: il profitto viene prima, ha una sua priorità rispetto al controllo dei contenuti. Accuse che nel momento in cui sono divenute pubbliche, hanno subito fatto sentire il loro peso in Borsa. Senza dimenticare le coincidenze nefaste, che sembrano affligere in modo particolare Facebook in questo periodo. Alcune settimane dopo infatti la società di Zuckerberg, che contiene al suo interno Instagram, WhatsApp, facebook e Messenger, si è ritrovata a fronteggiare uno dei più grandi black out della sua storia. 

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Tutte le piattaforme sono infatti andate in crash contemporaneamente per alcune ore, mostrando al mondo intero che tipo di importanza riveste ormai nella nostra quotidianità l’infrastruttura creata da Zuckerberg. 

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