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Proroga di un anno di Ape Sociale ed Opzione Donna, ma ai sindacati non basta

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Salvatore Dimaggio

La trattativa tra governo e sindacati sul tema della riforma delle pensioni è ad un punto di rottura.

Il governo vuole il ritorno alla Fornero e propone il meccanismo della gradualità. L’anno prossimo ci dovrebbe essere quota 102 e nel 2023 dovrebbe debuttare quota 104. Lo scopo del governo è quello di rendere morbido il passaggio tra quota 100 che Draghi non gradisce ed un meccanismo assai simile alla vecchia Fornero. Ma i sindacati su questo sono assolutamente contrari. Per loro la Fornero è una iattura per i lavoratori e non vogliono che vi si ritorni in alcun modo. Il meccanismo delle quote non lo gradiscono e non lo vogliono. Si applicherebbe ad una platea veramente risicata di lavoratori e di fatto sarebbe soltanto un modo per mascherare il ritorno all’odiata Fornero. In questo quadro di tensione quindi il rinnovo di un anno di ape sociale ed opzione donna rappresenta un modo per il governo di provare a stemperare i toni.

Ma la tensione è alta

E difatti praticamente sicuro che Ape Sociale e Opzione Donna ci saranno anche il prossimo anno. Tuttavia le parti restano veramente lontane nella trattativa sulle pensioni. Tanto è vero che i sindacati minacciano agitazioni. Lo slogan dei sindacati è riformare la riforma Fornero, nel senso che per loro qualsiasi meccanismo che possa fare ritornare il paese alla Fornero è comunque sia sbagliato e da bocciare. Tuttavia la proroga di un anno per Ape Sociale ed Opzione Donna certamente non basterà ai sindacati che sono usciti dalla trattativa con il governo decisamente delusi e frustrati. Anche un eventuale potenziamento per Ape Sociale in realtà non cambia la sostanza della questione.

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Difficile che si potranno evitare le agitazioni di piazza minacciate dai sindacati.

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Alla fine il nodo da sciogliere resta il temuto ritorno alla Fornero.

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