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Nessuno ha mai rallentato Amazon, ma la supply chain, si. Ed è un problema

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Salvatore Dimaggio

Daniel Ives, analista tecnologico di Wedbush Securities fa una interessante riflessione sui problemi che Amazon sta accusando, legati alla supply chain.

In effetti se ci pensiamo è impressionante quanta concorrenza abbia avuto in questi anni Amazon: quante grandi corporation abbiano cercato di limitarne l’espansione travolgente. Ma soprattutto quante autorità di regolamentazione abbiano cercato di porre dei freni, alle volte comminando multe anche stratosferiche. Insomma come sottolinea l’analista, Amazon ha avuto tanti nemici e molti di questi erano tremendamente agguerriti eppure nessuno è mai riuscito a frenarlo. Al contrario i numeri dimostrano come la crisi della supply chain stia riuscendo a fare proprio quello che tutti questi nemici agguerriti non sono riusciti a fare. Questa riflessione può essere utile a contestualizzare meglio la complessità della crisi della supply chain, alle volte sbrigativamente considerata come un semplice problema di momentaneo rallentamento delle consegne. La crisi della supply chain è in grado di mettere veramente in ginocchio colossi come Amazon, ma soprattutto tante aziende che hanno le spalle molto meno larghe del gigante dell’e-commerce.

Un’insidia maggiore del previsto

Amazon ha affermato di aver contratto i profitti durante l’ultimo trimestre. Ma è in questo trimestre che i problemi saranno maggiori perchè si stima una riduzione addirittura di 4 miliardi di dollari che cadono proprio nel periodo natalizio che dovrebbe essere il più ricco. Insomma il caso di Amazon vale a far riflettere su questa crisi degli approvvigionamenti e sulle sue ricadute che possono essere anche molto pesanti. Insomma una crisi ampia e profonda che mette in difficoltà, tra l’altro, l’altro gigante apparentemente inaffondabile: Apple. Quest’anno la casa della mela non riuscirà a produrre abbastanza dispositivi per Natale e lo ha già annunciato.

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Questa crisi degli approvvigionamenti può arrivare a colpire la ripresa in modo molto più profondo di quanto ci possiamo attendere.

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E’ questo ciò che queste analisi ci trasmettono e che impensierisce gli osservatori in tutto il mondo.

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