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Sblocco licenziamenti e stop alla produzione: tempesta sul lavoro

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Salvatore Dimaggio

I sindacati denunciano una situazione assai pericolosa.

Lo sblocco dei licenziamenti arriva in un momento nel quale tante aziende riducono o fermano la produzione. La crisi energetica è davvero pesante e tante aziende non ce la fanno più a stare al passo con gli aumenti. Anche perchè non è solo l’energia ad aumentare. I rincari sui costi delle materie prime sono forti e così tante aziende stanno riducendo o sospendendo la produzione. Accade alla Electrolux che non ha i chip per le lavastoviglie e deve ridurre la produzione, così come accade del distretto del tessile di Prato ed a tante aziende lombarde. Ed ecco che la tempesta perfetta sul mondo del lavoro è servita. In un clima del genere i sindacati sono assi preoccupati e giustamente. Minacciano proteste ed agitazioni, ma il rallentamento della produzione è un fenomeno mondiale.

Una spirale pericolosa

Ieri la riunione dei paesi produttori di petrolio ha riconfermato i ritmi di produzione già stabiliti. Questo significa che chi potrebbe diminuire i costi dell’energia, non lo farà e che questi aumenti sono qui per restare e rinforzarsi. Aumentando la produzione petrolifera l’Opec avrebbe potuto abbassare i costi del petrolio e dunque dell’energia. Ma così non è stato. Insomma gli stop alla produzione ci sono e ci saranno, anche perchè in molti casi c’è penuria di materie prime.

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I sindacati denunciano che togliere il blocco ai licenziamenti in un momento del genere e pericoloso ed in effetti già da varie aziende stanno arrivando raffiche di licenziamenti.

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Il governo ha messo in campo stanziamenti notevoli per raffreddare il caro bolletta, ma hanno avuto un impatto minimo a fronte di un fenomeno di così vaste proporzioni.

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