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Inflazione e Covid possono distruggere la ripresa (che i poveri non hanno visto)

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Salvatore Dimaggio

Il governo italiano sottolinea spesso i numeri della ripresa e come essi siano incoraggianti.

Tuttavia ci sono alcune minacce incombenti su questa ripresa e c’è poi un vizio di fondo. Le minacce sono sostanzialmente covid ed inflazione. Il covid sta alzando la testa in tutto il mondo e molti paesi ricominciano a parlare di lockdown e blocchi. In un contesto caratterizzato dalla crisi della supply chain, il ritorno di chiusure, sia pure localizzate, sarebbe veramente negativo. Il secondo nemico è ovviamente l’inflazione che ha già cominciato a frenare i consumi degli italiani e potrebbe anche da sola bloccare la ripresa. E’ noto che il Ministero dell’Economia sta facendo varie proiezioni dei danni che le varie intensità dell’inflazione potrebbero generare.

Ripresa fragile

Questo anche perché l’inflazione non colpisce soltanto la propensione delle famiglie a consumare, ma anche la capacità delle aziende di produrre. Infatti varie aziende hanno annunciato la sospensione della produzione perché non riescono ad assorbire gli aumenti dei costi, soprattutto dell’energia. E poi in questa ripresa c’è anche un vizio di fondo. La disoccupazione ed il lavoro povero non hanno beneficiato in alcun modo di questa ripresa, anzi gli enti che si occupano di monitorare le povertà vecchie e nuove parlano di scenari davvero da incubo. Le famiglie al di sotto della soglia di povertà sono sempre di più e le sperequazioni tra ricchi e poveri si sono ulteriormente ingigantite. È giusto celebrare i successi del governo ed è giusto ribadire come la caparbietà sulle vaccinazioni ci faccia stare meglio di altri sul fronte del covid.

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E se siamo entrati in uno scenario inflazionistico chiaramente il governo non ne ha nessuna colpa perché è una situazione assolutamente globale.

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Tuttavia farebbe piacere se qualche forza politica ed istituzionale sottolineasse come questa ripresa stia procedendo veramente a due velocità.

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