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La moda non aspetta Zuckerberg e usa Roblox e Fortnite come metaversi

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Salvatore Dimaggio

Zuckerberg, piaccia o non piaccia, ha il potere di monopolizzare l’attenzione e da quando ha parlato di metaverso non si parla d’altro.

Ma il mondo della moda, sempre ricettivo e sensibile, già da tempo ha messo gli occhi sulle possibilità offerte dal digitale. Innanzitutto ha cominciato a produrre non fungible token per capitalizzare anche con questo nuovo strumento la forza dei propri brand. Sono tantissime le aziende del fashion che hanno creato e venduto spesso a prezzi veramente impressionanti, i propri non fungible token. Ma anche sul fronte del metaverso la moda ci tiene a non arrivare seconda. Infatti, Gucci ha aperto nel maggio di quest’anno un negozio virtuale su Roblox la popolare piattaforma di videogame. Altre aziende hanno usato sempre Roblox o anche fortnite per aprire negozi nei quali vendere prodotti virtuali e promuovere i propri brand attraverso eventi.

Metaversi temporanei

Dunque le aziende della moda in mancanza di un metaverso ufficiale utilizzano Roblox e Fortnite o Minecraft come metaversi temporanei, per vendere oggetti reali o virtuali. Dunque attraverso questi esperimenti vediamo già un assaggio di metaverso come luogo ibrido ma già aperto a potenzialità commerciali. Ciò che colpisce di questi casi è come queste aziende legate al lusso riescano di intrecciare il reale e virtuale sia dal punto di vista dello spazio vendita che dal punto di vista del prodotto. Se ci pensiamo, vendere nel metaverso un prodotto virtuale in forma di non fungible token è il massimo della virtualizzazione del commercio oggi concepibile, eppure grazie a queste piattaforme che teoricamente sono piattaforme di gioco è già realtà.

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Il metaverso per molti è il futuro di internet ed ogni azienda sta provando a capire come posizionarsi in esso. Ma Meta (il nuovo Facebook) ne sarà il centro?

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Per ora siamo decisamente nel campo delle ipotesi, ma questi ipotesi ci permettono di riflettere su questo nuovo web.

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