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Dopo gli smartphone la Cina punta all’Automotive per conquistare l’occidente

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Salvatore Dimaggio

Il paese del dragone, oggi ferito da tanti problemi di produttività, prepara un grande piano per vincere sul fronte Automotive.

Gli smartphone sono stati il grande successo dell’elettronica di consumo cinese nel mondo. Hanno dilagato in tutto il pianeta con i loro prezzi bassi e la loro qualità elevata. Hanno dimostrato per la prima volta al mondo in modo chiaro che la Cina non era soltanto un immenso produttore di merce a basso costo, ma che poteva rivaleggiare con colossi come Apple e contendersi ampie fette di mercato in modo assai aggressivo. Ma oggi la nuova frontiera sono le automobili elettriche. E bisogna dire che l’Europa oggi sembra incredibilmente vecchia. Non solo sul fronte degli smartphone l’Europa non ha mai prodotto nulla, ma anche sul fronte dell’auto elettrica semplicemente cerca di aggiornare vecchie linee di produzione. Ma torniamo alla Cina. Pechino è fortemente intenzionata a produrre auto elettriche a guida autonoma moderne ed in grado di soddisfare tutte le fasce di prezzo.

Tesla nel mirino

Il paese del dragone vuole riuscire a produrre auto supereconomiche così come auto estremamente lussuose. Il gioiello dell’auto elettrica cinese è l’azienda Nio, ma c’è una vasta galassia di produttori di auto elettriche innovative che il governo mira a coordinare per far nascere dei veri e propri giganti. Così come Huawei, Xiaomi e tantissime altre aziende hanno fatto la guerra ad Apple sul fronte degli smartphone, Nio e un pugno gli altri aziende agguerrite faranno la guerra Tesla sul fronte dell’auto elettrica. Per il paese del dragone questo è un mercato assolutamente strategico e rappresenta un notevole problema proprio per l’Europa. Questo perché i cinesi sono stati sempre avidi consumatori di lussuose berline tedesche, ma oggi si preparano a rivolgere il loro interessi nelle nuove proposte della loro stessa madrepatria.

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Il governo di Pechino non è del tutto contento della troppa frammentazione dei produttori.

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Pare il governo che voglia pilotare le varie industrie a fondersi in gruppi più grossi ed aggressivi.

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