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Energy crunch ed inflazione spingono tanti a fuggire dalla borsa

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Salvatore Dimaggio

Il tema dell’energy crunch è tornato di scottante attualità.

La chiusura dei rubinetti da parte di Putin fa tremare gli europei che temono di rimanere al buio. Ma in realtà il rischio dell’energy crunch è forte già da parecchio tempo. I rincari sulla bolletta che stanno flagellando le famiglie italiane così come quelle di tutta Europa, non sono altro che una prima avvisaglia di una grossa strozzatura sul fronte energetico. Decine di aziende che lavorano nel campo dell’energia sono fallite nell’arco di questi mesi. Molti ingenuamente ritengono che pagare una bolletta carissima arricchisca le compagnie che erogano luce e gas, ma ciò è assolutamente falso. Le compagnie che erogano luce e gas stanno pagando le materie prime letteralmente a peso d’oro e quelle che non riescono a scaricare il sovrapprezzo sull’utente finale vanno in fallimento.

Due minacce da non sottovalutare

L’energy crunch è un problema assai grave e viene sistematicamente sottovalutato dagli investitori eppure gli esperti del comparto energetico sono assolutamente certi che può mandare al tappeto all’economia. L’altro grande nemico della borsa è ovviamente l’inflazione. L’inflazione ostacola le aziende nella loro produzione, ma rende anche difficoltoso per i consumatori acquistare. Insomma una minaccia su più fronti. Tante aziende stanno comunicando a gran voce che con questi rincari la loro sopravvivenza è a rischio, ma la politica sta ostinatamente snobbando queste richieste di soccorso. Ovviamente l’inflazione costringe anche la Fed a diventare più falco e a rendere la vita difficile ai mercati. Quanto reggeranno le borse con una Fed sempre meno amichevole?

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Insomma in questo 2022 che ormai è alle porte, oltre al covid ci saranno queste due grosse minacce a rischiare di far franare le fragili borse mondiali.

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La loro corsa sembra non finire mai, ma questi due nemici sono assai insidiosi.

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