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Ogni italiano a novembre ha perso 1000€: l’amara verità che non tutti conoscono

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Salvatore Dimaggio

Mentre la stampa parla sempre e solo di ripresa economica, in realtà andando a leggere in filigrana le performance dell’economia ci accorgiamo che le cose non sono esattamente come sembrano.

Forse non è molto noto al grande pubblico il cosiddetto Misery Index. Eppure è un indice molto interessante che misura (come è facile intuire dal nome) il grado di sofferenza dei cittadini di un paese. Senza tanti giri di parole il Misery index sta salendo ovunque. Praticamente in tutti i paesi d’Europa l’indice della miseria negli ultimi 12 mesi è salito. Già di per sé sarebbe una brutta notizia, ma come riportato da Investire Oggi, in Italia il Misery Index è salito anche in modo particolarmente deciso rispetto alla media degli altri paesi. Insomma negli ultimi 12 mesi gli italiani sostanzialmente stanno peggio. Ma com’è possibile che la ripresa dell’economia coincida con una maggiore sofferenza delle famiglie italiane?

Una situazione di fragilità crescente

La verità è che la ripresa dell’economia ha riguardato pochi grandi soggetti. Per il paese reale l’unico vero vantaggio è stato un timidissimo aumento degli occupati, ma si tratta di cifre ridicole. Infatti parliamo di una diminuzione della disoccupazione pari a -0,6%. Ma nel frattempo l’inflazione è salita del 3,3%. Ma in realtà è assai probabile che l’inflazione reale sia anche maggiore. Di conseguenza le famiglie italiane oggi stanno peggio di 12 mesi fa, per quanto si continui a parlare di ripresa. A soffrire sono anche i conti correnti che vengono erosi dall’inflazione in maniera pesante. Soltanto a novembre nei conti correnti italiani sono stati bruciati 60 miliardi di euro. È come se per ogni italiano fossero andati in fumo €1000.

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L’inflazione è un vero e proprio mostro di cui si parla poco, ma che può letteralmente distruggere l’economia.

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E la cosa più grave è che le banche centrali non stanno portando avanti politiche per arginarla.

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