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Borse: Omicron, caos trasporti ed energy crunch rischiano di mandarle giù

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Salvatore Dimaggio

Situazione di attesa sulle borse internazionali dopo il rally natalizio.

Vediamo quali minacce pesano sui mercati internazionali. La variante omicron costituisce una forte incognita per la ripresa economica. In un primo tempo aveva fortemente spaventato i mercati che poi però si erano tranquillizzati. Ma le migliaia di voli cancellati nel periodo natalizio stanno impensierendo gli analisti. Probabilmente la variante omicron ha le carte in regola per rallentare fortemente la produzione. Infatti come sappiamo la catena degli approvvigionamenti è notevolmente a rischio e la variante omicron potrebbe costituire quell’elemento capace di renderla ancora più problematica. Molte aziende infatti denunciano marcate difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime necessarie alla produzione. Gli analisi speravano che nell’arco del 2021 questo problema sarebbe potuto progressivamente rientrare, ma così non è stato. La crisi della supply chain oggi è particolarmente forte e la quarta Ondata sta rendendo tutto più problematico.

Varie minacce all’orizzonte

Da non sottovalutare anche l’impatto del caro bolletta. Tante aziende italiane hanno detto chiaramente che se il governo non le aiuta a pagare i fortissimi rincari previsti da gennaio possono essere costrette anche a chiudere la produzione. Nel resto del mondo la situazione è identica. Infatti i rincari energetici sono un grande punto interrogativo di questa ripresa. Specialmente per alcuni comparti, rischiano di distruggere i margini dell’azienda. Ma quali strumenti ci sono per arginare queste emergenze? La lunga marcia delle vaccinazioni per ora sta tenendo sotto controllo la quarta Ondata, forse anche meglio di quanto ci si aspettava, però il rischio di chiusure è sempre elevato. Ma la minaccia principale riguarda l’inflazione che non sembra essere arginata in nessun modo.

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Il problema è che le banche centrali non stanno agendo per contrastare un fenomeno che abbatte la produzione e comprime i consumi.

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Questo sta già avvenendo con forza, ma dal 2022 la situazione potrebbe diventare più tesa.

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