La situazione economica italiana è assai fragile. Ma per casalinghe e disoccupati c’è un’opzione.
La pandemia di Covid ha fortemente inasprito il divario tra Ricchi e Poveri e sempre più famiglie specie al sud sono sotto la soglia di povertà. Mentre l’osservatorio Cgia di Mestre sottolinea la forte sofferenza degli autonomi e la precarizzazione estrema del lavoro dipendente, Caritas ed altri osservatori rimarcano che anche tra gli occupati non mancano i poveri. Nel frattempo l’arrivo dell’auto elettrica mette a rischio direttamente e indirettamente quasi 100 mila posti di lavoro nel comparto e molti si chiedono quando arriverà il Reddito di Base universale. Il reddito di base universale può essere erogato a tutti senza alcuna limitazione e consentirebbe specialmente alle fasce più deboli della popolazione di non sprofondare nella povertà. Come numerosi studi di tante università internazionali hanno dimostrato il Reddito di Base è sostenibile e vantaggioso per uno Stato e potrebbe rimettere in moto un meccanismo del lavoro che ormai è da tempo andato fuori fase.
Tuttavia perché il Parlamento Europeo trasformi in realtà il reddito di base universale che da Zuckerberg a Papa Francesco, tanti auspicano arrivare al più presto, c’è bisogno di raggiungere abbastanza firme sul sito istituzionale apposito dell’Unione Europea. Firmare è facile e basta cliccare qui. Questo strumento consentirebbe proprio ai più fragili come casalinghe e disoccupati di avere finalmente respiro, ma se non si dovesse arrivare entro giugno al numero di firme necessarie tutto svanirebbe nel nulla. Questo perché il procedimento di iniziativa Popolare dell’Unione Europea ha come termine proprio il mese di giugno. Infatti sono proprio le casalinghe ed i disoccupati ad essere nelle condizioni di maggiore fragilità economica.
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Con l’arrivo dell’inflazione questo affanno è diventato percepibile e tante famiglie non ce la fanno più.
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Ma se entro giugno non si arriva alle firme necessarie questa opportunità termina.
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