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Reddito di Base: “cambia la vita” non serve l’ISEE, ma tanta pazienza

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Salvatore Dimaggio

La situazione economica delle famiglie italiane è davvero di grandissima fragilità. Ma potrebbe arrivare una misura risolutiva.

Mentre oltre un milione di nuclei familiari per sopravvivere hanno bisogno del Reddito di Cittadinanza, purtroppo dal Governo arriva la conferma che il Reddito di Emergenza invece non tornerà. Tutto ciò in una stagione nella quale i rincari delle bollette arrivano a cifre vertiginose e le associazioni a tutela dei consumatori lanciano un forte allarme povertà.

Le notizie dall’Ucraina poi non sono certo incoraggianti e tante famiglie non sanno come potranno andare avanti con questa forte inflazione anche perché i salari in Italia continuano ad essere da fame per la maggior parte delle persone e soprattutto per i giovani. Ecco perché dall’Europa arriva una proposta realmente rivoluzionaria: il Reddito di Base Universale. Il reddito di base universale sarebbe un reddito riconosciuto a tutti anche senza ISEE e senza ricerca attiva di un lavoro.

Come chiederlo

Qualcosa di molto diverso dal reddito di cittadinanza proposto dai 5 stelle perché presuppone il reddito come un diritto inalienabile di ogni individuo esattamente come la salute oppure l’istruzione. Secondo molti economisti (e recentemente il Financial Times ha fatto un articolo davvero formidabile su questo punto) il Reddito di Base può essere uno strumento di contrasto formidabile alla povertà sempre più dilagante. C’è on-line referendum europeo che tutti possono firmare per poter richiedere il reddito di base e infatti tantissimi lo stanno firmando. Ovviamente sono tanti gli italiani in stato di forte precarietà che stanno cercando il sito su internet per richiederlo online.

Come funziona e quanto vale

Ad ogni modo l’introduzione di questo reddito non è qualcosa che sarà così veloce e non è neppure così scontato. Infatti starà al Parlamento Europeo in estate valutare questa misura e capire se ed entro che limiti si può concretamente applicare. Sempre che passi la fase referendaria. Va detto però che tanti progetti pilota sono già partiti in altri stati europei e si spera che anche l’Italia possa adeguarsi al più presto.

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Ma vediamo come funziona all’estero e come potrebbe funzionare in Italia. In Catalogna, dove è partito uno dei vari progetti pilota, ad ogni adulto vengono riconosciuti tra i 700 ed i 900 euro al mese e ad ogni bambino 300. Queste cifre non disincentivano al lavoro, ma anzi, secondo gli studi già fatti, motivano maggiormente alla ricerca di un’occupazione o alla creazione di attività in proprio.

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