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Riforma catasto: la stangata può arrivare subito e sulla prima casa

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Salvatore Dimaggio

C’è paura tra gli italiani in merito alla riforma del catasto e le associazioni che si occupano di proprietà immobiliare sono sul piede di guerra.

Il Governo anche nella persona dello stesso Presidente Draghi l’ha assicurato più volte: nessuno pagherà di più con la riforma del catasto. Eppure tra le associazioni che si occupano di tutela della proprietà immobiliare come ad esempio Federproprietà c’è parecchia apprensione. Ciò che non persuade il mondo immobiliare è la minaccia di far cadere il governo posta dal premier Draghi.

Se si tratta di una riforma “a somma zero” perché minacciare di far cadere addirittura l’esecutivo? Le voci più autorevoli del Governo hanno spiegato come lo scopo della riforma sia quello di rendere più giusta l’IMU e soprattutto quello di far emergere gli immobili fantasma che in Italia ammonterebbero addirittura a due milioni. Vediamo dunque cosa ha in mente il Governo.

Le intenzioni del Governo

Secondo l’esecutivo le rendite catastali sarebbero attualmente piuttosto sbilanciate. Infatti immobili di assoluto pregio avrebbero al catasto una rendita molto più bassa di quella reale. Simmetricamente immobili di modesto valore si vedono gravati da un’IMU troppo alta a causa delle rendite sbilanciate. Dunque lo scopo del governo sarebbe semplicemente quello di rimettere ordine e soprattutto di far emergere gli immobili fantasma. Tuttavia il mondo dell’edilizia teme una stangata e ben prima del 2026.

Le paure più forti

I più critici verso questa riforma fanno notare come attraverso l’IMU il mondo immobiliare italiano sia tassato e maniera abnorme rispetto ai corrispettivi investimenti mobiliari. Anche riguardo l’estero il parallelo è assolutamente impietoso perché gli immobili italiani sono davvero gravati da imposte pesantissime rispetto agli altri dell’Unione Europea. Insomma il Governo incassa la fiducia (risicata) in Parlamento ma non sembra convincere il Paese che sulla casa teme un salasso senza precedenti magari proprio per rientrare di tutti i soldi erogati con i bonus casa.

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In definitiva sue sono le grandi paure che traspaiono dai comunicati del mondo immobiliare italiano. La prima è che si punti a colpire la prima casa. Questo sarebbe un danno enorme per le famiglie e per il comparto. La seconda paura è che ritocchi all’IMU possano arrivare anche prima del 2026. Se il mondo immobiliare si dice favorevole alla lotta all’abusivismo e ad una più equa ripartizione dell’IMU i sospetti sulla riforma e sulle sue modalità restano troppo forti.

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