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Primi distributori senza benzina in una regione: il poco carburante sfiora i 3€

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Salvatore Dimaggio

Situazione davvero esplosiva quella dei carburanti in Italia. I rincari continuano giorno dopo giorno e gli automobilisti sono sempre più spaventati.

I dati che ci arrivano dalla penisola fanno effettivamente impressione. Se la Sardegna è stretta nella morsa di uno sciopero dei Tir che rischia seriamente di metterla in ginocchio è importante dire che non è soltanto questa regione a sperimentare le maggiori asprezze riguardo i carburanti.

Dalla Toscana arrivano delle notizie davvero preoccupanti. Infatti è il quotidiano Il Tirreno a rivelare che varie stazioni di servizio toscane sono ormai rimaste senza benzina e pertanto si sono fermate. Dunque inizia l’incubo delle pompe a secco che solo fino a qualche settimana fa sembrava virtualmente impossibile. Sempre dalla stessa regione arriva il primo record del carburante venduto a €3. Infatti sono sfiorati €3 in autostrada nel tratto tra Pisa e Livorno. Ma che cosa sta succedendo? Pare proprio che le più fosche previsioni formulate nei mesi scorsi dagli esperti del mercato dell’energia stiano effettivamente prendendo corpo.

Il Paese ha iniziato a fermarsi

La terribile inflazione cominciata alla fine del 2021 ha fatto schizzare al cielo il costo di petrolio e gas naturale. Questo ha determinato un aumento dei prezzi senza precedenti. La crisi in Ucraina e l’embargo hanno fatto il resto portando il petrolio ad essere scambiato su cifre ormai fuori controllo. Ma molti sospettano che dietro questi prezzi straordinari ci sia anche l’ombra della speculazione. Non mancano le polemiche anche sul fronte dello Stato che potrebbe praticamente dimezzare il costo dei carburanti se decidesse di rinunciare alle anacronistiche ed assurde accise.

Un circolo vizioso

Ma la domanda che ormai tutti si pongono è: l’Italia rischia di fermarsi perché senza carburante? È un circolo vizioso: il carburante aumenta di conseguenza i tir si fermano e questo rende il carburante sempre meno disponibile e perciò sempre più caro. Una vera e propria trappola mortale che rischia di bloccare il Paese. Tutto dipenderà dall’esito della guerra in Ucraina e dall’andamento dell’inflazione internazionale.

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Eppure il sistema produttivo italiano ormai appare appeso ad un filo. Perché benzina cara vuol dire anche supermercati vuoti e purtroppo questo si sta già verificando in varie parti d’Italia. Le associazioni a tutela dei consumatori chiedono interventi urgenti al Governo, ma per adesso non si vede nulla di concreto. L’Esecutivo non sembra disponibile a rinunciare alle accise.

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