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Fate scorta di cibo ed acqua, in Svizzera è già panico

La minaccia spaventa i popoli: la Svizzera gioca d’anticipo e fa sapere cosa bisogna fare in caso di pericolo.

(Ansa, Cagliari)

Il terrore della guerra nucleare sembra avvolgere appieno ormai molti paesi dell’Europa. Al momento, in verità, resta un’idea piuttosto remota e non praticabile. Soprattutto perché nessun Stato avrebbe il coraggio di innescarla, consapevole delle conseguenze enormi che provocherebbe. La paura sembra essere cresciuta anche dopo l’attacco di qualche giorno fa da parte dei russi nei confronti della centrale nucleare di Zaporizhzhya. E anche se la guerra nucleare non è un’ipotesi in cambio, c’è già qualche Stato che ha messo in guardia i proprio cittadini su come prepararsi nel caso dalla paura si passi ai fatti. Vediamo costa accadendo nel paese più “neutrale” di sempre.

La Svizzera prepara un piano di prevenzione

(Pixabay)

Il governo svizzero ha dunque messo in allerta il suo popolo. Su internet infatti gira (da fonti ufficiali) un opuscolo con le linee guide che stanno ad indicare un piano di prevenzione per scampare e proteggersi nel caso di un conflitto nucleare. La risposta che il Governo ha voluto dare è una stretta conseguenza di ciò che ha dovuto ricevere in questi giorni: una serie lunghissima di domande che la popolazione ha girato all’esecutivo per capire quale sarebbe stato l’atteggiamento corretto da adoperare in caso di attacco nucleare. In ogni caso, il governo ha spiegato che “per ora non ci sono scenari che rendano necessaria la distribuzione o l’assunzione delle compresse allo odio”. E così la Confederazione non ha ancora ordinato o acquistato vere e proprie misure nel caso di guerra nucleare, ma la paura dei cittadini rimane comunque altissima.

I rifugi della Svizzera

(Ansa, Torino, JESSICA PASQUALON)

Nel paese elvetico esistono dei veri e propri rifugi che garantiscono la copertura dell’intera popolazione. Essi sono organizzati dai cantoni, che si occupano anche dei piani per l’attribuzione agli svizzeri degli stessi alloggi. Proprio per questo, è stato consigliato di rifornirsi per almeno sette giorni, poiché lì sotto non sono previsti supporti esterni. L’unico modo per “comunicare” con l’esterno saranno le sirene, le allerte dalla radio e alcune notifiche su un’app denominataAlertswiss”: il governo ha consigliato vivamente di installare sul proprio telefonino.

Edoardo Corasaniti

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