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Bonus Partite IVA: le nuove disposizioni governative per i privati

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Salvatore Dimaggio

Le Partite IVA non se la passano certo bene nel nostro Paese ed a certificarlo è la CGIA di Mestre.

Quelle chiuse durante il covid sono tante ed attualmente la dura stagione dei rincari dovuti all’inflazione sta facendo il resto. Spesso si parla di moria delle partite IVA perché effettivamente questo comparto delicato è troppo fragile e sono specialmente i forfettari ad essere fortemente a rischio di chiusura.

Anche per fronteggiare questa situazione drammatica che vede proprio i forfettari come soggetti più fragili, nasce il bonus partite IVA 2022. Il bonus partita IVA 2022 è rivolto ai liberi professionisti iscritti alla gestione separata, insomma quegli autonomi che spesso davvero ultimamente non ce la fanno ad andare avanti.

ISCRO

Questo bonus è conosciuto anche come iscro, un acronimo che vuol dire “indennità straordinaria di continuità reddituale ed operativa”. Questo bonus nasce con la legge di bilancio del 2021.

È stato confermato ed attualmente copre il biennio 2022-2023. Ma vediamo concretamente come è strutturato e a che cosa dà diritto questo bonus. Si tratta di un aiuto mensile che si estende per 6 mensilità. La quantificazione del bonus è configurabile come un 25% dell’ultimo reddito. Ma concretamente quanto percepirà la partita IVA per questi sei mesi?

Il valore del bonus

L’importo oscillerà tra i 250 e gli €800 al mese. Ma vediamo chi può chiedere il bonus e quali paletti ci sono. Il bonus partite IVA 2022 lo possono chiedere soltanto quei soggetti che nell’anno precedente abbiano avuto un reddito inferiore al 50% rispetto alla media dei redditi percepiti nei 3 anni precedenti a quello considerato. Dunque può chiedere il bonus partite IVA soltanto chi abbia visto un vero e proprio dimezzamento dei propri introiti. Ma c’è anche un altro paletto. Il reddito comunque sia non deve essere superiore agli 8145 euro. Non può chiedere il bonus chi non sia in regola con i contributi e chi non abbia la partita IVA da almeno 4 anni.

Forti criticità

Quest’ultimo requisito è implicito anche proprio nel calcolo della diminuzione pari almeno al 50%. Per richiedere il bonus bisogna rivolgersi all’INPS e l’unico canale valido è quello telematico. Per accedervi è necessario avere la spid oppure la carta d’identità elettronica, ma è anche valida la carta nazionale dei servizi. Una misura di grande importanza, ma gli esperti sottolineano che non è abbastanza. Le partite IVA povere in Italia sono una moltitudine fragile e vasta che sta già crollando sotto il peso della grave crisi e che costituisce una vera e propria bomba sociale se dovesse arrivare la temuta recessione.

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