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Bonus benzina 200€: niente ISEE, ma il tuo capo te lo può negare

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Salvatore Dimaggio

La questione dei carburanti è sempre più calda, ma soprattutto sta facendo discutere il bonus di €200.

Secondo molti questo bonus è una boccata d’ossigeno ma secondo altrettanti si tratta di un bonus ingiusto che va a colpire proprio chi è più debole. E troppo facilmente può essere negato ad alcuni.

Vediamo che cosa sta succedendo. Il Governo attraverso il decreto energia è intervenuto in due modi sui prezzi di diesel e benzina. Innanzitutto è intervenuto con il taglio delle accise di €0,25. Il taglio delle accise effettivamente ha fatto immediatamente scendere i prezzi di tutti i carburanti ma purtroppo si segnala anche che questi prezzi sono già in rapida risalita.

Bonus che valgono sempre meno

Infatti i €0,25 di risparmio ormai sono scesi a 18 perché nel frattempo i carburanti stanno già di nuovo aumentando di prezzo. Sicuramente una situazione non facile per le famiglie per le imprese che si trovano a pagare i carburanti uno sproposito e che rischiano di non farcela.

Ma la novità più chiacchierata per quello che riguarda i carburanti sono i cosiddetti buoni carburante di €200. Questi bonus dal valore massimo di €200 infatti non hanno un limite ISEE. Dunque teoricamente potrebbe averli chiunque, ma a ben vedere il testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale questi €200 spettano soltanto ai dipendenti delle aziende private. Sono voucher aziendali che il governo si impegna a non tassare in alcun modo. Per chi riceve il bonus questo sarà completamente esentasse perché il bonus di €200 non concorre alla determinazione del reddito.

Tanti esclusi

Le polemiche qui non sono mancate. Prima di tutto spetta all’azienda decidere se vuole concedere questo voucher oppure no. E quindi mentre alcuni dipendenti lo riceveranno altri non avranno questo aiuto. Una seconda polemica nasce dal fatto che il governo si è semplicemente impegnato a non tassare quindi con IRPEF e INPS questo bonus ma sostanzialmente non ha messo neppure un centesimo per finanziarlo e dunque ben poche aziende effettivamente aderiranno. Ma la polemica più aspra riguarda il fatto che questo bonus lascia fuori chi è più fragile.

Ai più fragili non arriva nulla

In definitiva il bonus va ad aiutare chi un lavoro ce l’ha già e lascia quindi completamente al di fuori proprio quelle persone più fragili che non hanno un reddito. Oltre a lasciare fuori chi è più povero e più precario economicamente questo bonus lascia fuori anche le partite IVA e dipendenti pubblici. Sappiamo bene quanto le partite IVA stiano soffrendo in questo periodo e quanto ciò valga soprattutto per quelle più povere. Dunque sostanzialmente questo bonus va ad offrire una mano molto incerta e dove ce n’è onestamente meno bisogno.

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