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Salario minimo e reddito di base: nei prossimi mesi diventeranno argomenti caldissimi

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Salvatore Dimaggio

La rabbia sociale è sempre più forte perché gli italiani sono sempre più in difficoltà a causa dell’aumento dei costi energetici.

Le bollette sono sempre più care e l’inflazione è sempre più forte.

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Basti pensare che ormai l’inflazione in Italia rasenta il 10% e l’aumento dei tassi da parte delle banche centrali fino ad ora non è riuscito a sortire nessun particolare effetto.

Rabbia sociale sempre più forte

L’Italia in particolare e l’Europa in generale hanno una necessità assoluta di ripensare il proprio stato sociale perché sono veramente troppe le famiglie in Italia a finire in difficoltà.

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Mentre il governo italiano ancora continua a parlare di tagliare il reddito di cittadinanza, la verità è che c’è una necessità assoluta di ampliare lo stato sociale perché altrimenti si rischia una rabbia sociale completamente ingestibile. Il reddito di base universale è una misura che a molti appare assolutamente utopistica eppure secondo molti economisti in realtà in prospettiva gli stati dovranno tendere verso misure di questo tipo.

La politica deve cominciare ad occuparsi di uno stato sociale completamente nuovo

Ma se il reddito di base universale oggi è una misura che difficilmente uno stato può scegliere di applicare, il salario minimo è invece diffuso praticamente in tutta Europa e l’Italia è uno dei pochissimi paesi a non aver adottato questa misura di civiltà. La conseguenza è che al sud tantissimi lavoratori e molto spesso parliamo di padri di famiglia, lavorano per due o tre euro l’ora. Con le bollette che salgono alle stelle è inevitabile che la rabbia sociale prima o poi possa esplodere in maniera anche difficilmente controllabile.

Disoccupazione tecnologica

Quindi cominciare fin da oggi parlare di salario minimo e cominciare a ragionare sul reddito di base universale possono essere elementi in grado di far capire alla gente che la politica non è completamente disinteressata ai loro problemi. Continuare a sostenere che l’unico antidoto alla povertà sia il lavoro è assurdo in un mondo che vede la disoccupazione tecnologica aumentare sempre di più. La retorica del lavoro come unica arma di contrasto alla povertà secondo molti economisti è antistorica perchè il lavoro sarà sempre meno a causa della disoccupazione tecnologica. Non ha senso tacciare di assistenzialismo gli aiuti per chi non ce la fa quando autorevoli studi ci dicono che le macchine sostituiranno sempre più in profondità il lavoro degli esseri umani.

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