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Pensione uomini a 58 anni nel 2023 ma con massimo €1000 al mese: tutti sconvolti, non erano questi i patti

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Salvatore Dimaggio

La riforma delle pensioni è sempre caldissima perché se il governo Meloni non mette mano alle pensioni dal prossimo anno torna la legge Fornero.

Ma le ultime indiscrezioni sulla riforma del governo Meloni stanno creando parecchi malumori perché a quanto pare le uscite per gli uomini saranno molto meno buone di quelle che si sperava all’inizio.

ANSA/ I Love Trading

In sostanza la Lega in questi anni ha parlato molto della quota 41 pura.

Una batosta per gli uomini

In sostanza la quota 41 pura è una via d’uscita anticipata dal lavoro che però permetterebbe di andare via soltanto con dei tagli dell’assegno.

Pixabay

Tuttavia i tagli dell’assegno della quota 41 di cui ha sempre parlato la lega erano tagli molto piccoli e decisamente tollerabili, ma invece a quanto pare le cose andranno in modo completamente diverso e cerchiamo di capire che cosa sta preparando il governo. Infatti il governo guidato da Giorgia Meloni sta pensando di allargare l’opzione donna anche agli uomini ma il taglio sull’assegno sarebbe veramente fortissimo. Vediamo perché. Opzione donna significa andare via dal lavoro a 58 anni o a 59 anni ma con 35 anni di contributi. Il problema però è il ricalcolo dell’assegno tutto contributivo.

Taglio forte della pensione

Ma questa nuova opzione uomo di cui parla il governo permetterebbe al governo di dire che sta permettendo anche agli uomini di uscire prima, però in realtà non andrebbero ad appesantire i conti dello stato. Il fatto è che estendendo opzione donna anche agli uomini, gli uomini effettivamente possono uscire prima, ma innanzitutto gli uomini che possono sfruttare questa opzione sono piuttosto pochi e poi il ricalcolo sarebbe veramente tremendo. In sostanza per fare un esempio, un docente di scuola con una carriera di 35 anni se va in pensione a 67 anni e con 42 anni di contributi dovrebbe avere circa 1700 euro al mese. Invece con questa opzione uomo prevista dal governo avrebbe meno di 1200 euro al mese.

Forti malumori per una riforma dura e sconveniente

Ma chi come per esempio il personale ATA della scuola si aspetta una pensione più bassa finirebbe per avere praticamente meno di €1000 al mese. Dunque sulla riforma delle pensioni del governo Meloni non mancano profondi malumori. Anche perché sostanzialmente il governo aveva promesso degli scivoli molto comodi per andare in pensione prima. Anche il presidente dell’INPS Pasquale Tridico negli scorsi mesi aveva parlato di scivoli comodi per andare prima ma l’assunto implicito era sempre quello che l’assegno pensionistico non sarebbe stato colpito più di tanto, invece a quanto pare si potrà andare in pensione prima, ma l’assegno pensionistico sarà fortemente decurtato e quindi logicamente i lavoratori non sono affatto contenti di una svolta così poco sociale.

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