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Case green: ecco chi è escluso dal cambiamento. Le deroghe

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Valentina Giungati

Il decreto Case green è realtà e il cambiamento sarà necessario per tutti. L’Ue ha deciso, scopriamo chi è interessato e come cambieranno le abitazioni.

Il Parlamento Europeo ha approvato la direttiva per le case green. E, se da un lato è una vera rivoluzione, dall’altro lascia molti immobili fuori. Quindi un bene, ma non per tutti. Ovviamente ogni Stato membro potrà dare seguito alla direttiva come ritiene opportuno ma questo sicuramente ha un impatto diretto su tutti con nuove misure e nuovi requisiti minimi.

case green
Novità case green: cosa sapere (ilovetrading.it)

Era nell’aria già tempo e ora siamo giunti finalmente a qualcosa di concreto. Si tratta di un obiettivo serio e prossimo, che richiede però una serie di interventi con benefici per i cittadini. L’obiettivo è rendere le abitazioni sempre più efficienti così da evitare dispendi monetari e impatti sull’ecosistema e dall’altra regolarizzare e normare tutte le abitazioni.

Le regole sono state fissate dall’Europa, andranno applicate dai singoli Stati e poi riviste ogni cinque anni fino a quando non si otterranno dei progressi eccellenti nel settore. Una spinta importante per l’edilizia e per le politiche nazionali anche se questa non piace molto al governo Meloni. Scopriamo insieme, però, come cambieranno le abitazioni e quali sono gli ‘obblighi’ da rispettare.

Case green: come cambieranno le abitazioni

Con la direttiva case green sicuramente si fa un passo avanti importante verso la direzione comunitaria di omologare le abitazioni verso dei requisiti minimi di sicurezza ed efficienza. Il problema è che non tutte le abitazioni sono effettivamente sulla stessa lunghezza d’onda e questo vuol dire operare con lavori e integrazioni che possono avere un livello anche differente.

Case green obblighi
Case green, quali sono gli obblighi da rispettare (ilovetrading.it)

In sostanza la direttiva obbliga ad un minimo d’efficienza che è fissata con un consumo massimo di kWh/m2/anno. Questo si traduce in pratica nell’utilizzo dei termosifoni entro una certa soglia, nell’ottimizzazione degli spazi con relativa coibentazione e con una serie di tetti massimi che non piacciono molto ai cittadini. Per ottenere un’efficienza maggiore si dovrà lavorare su due fronti, da un lato qualche rinuncia come non eccedere con l’uso dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento e dall’altra con investimenti ad esempio per utilizzare materiali costruttivi per la coibentazione e sistemi di efficientamento energetico.

Questo porterà alla necessità di ristrutturare per creare valore ed evitare gli sprechi che oggi, soprattutto negli edifici più vecchi, sono alle stelle. Le abitazioni dovranno adattarsi, tranne per le case che hanno un valore storico o architettonico importante. In questo caso, per non intaccarne la qualità, i lavori di ammodernamento sono esentati. Tutti gli altri dovranno però adattarsi e il governo dovrà necessariamente lavorare in questa direzione per favorire con bonus e aiuti i cittadini.

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