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L’era dello smart working e del telelavoro è finita: bisogna tornare tutti in ufficio

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Enrico

L’era del lavoro remoto ormai è finita: parola dell’artefice di ChatGPT, Sam Altman. Ecco costa sta succedendo.   

Dopo l’incubo Covid, tra lockdown a ripetizione e restrizioni di tutti i tipi, abbiamo pensato che il mondo del lavoro avesse preso la strada irreversibile dello smartworking. Ma ci eravamo sbagliati. Così almeno sostiene il Ceo di OpenAI, Sam Altman, uno che su tecnologia e innovazione sa sicuramente il fatto suo.

era smart working finita bisogna tornare in ufficio
I dipendenti che lavorano in ufficio possono creare nuovi prodotti mentre il modello di lavoro da casa tende a creare confusione, secondo il numero uno di OpenAI. (Ilovetrading.it)

Secondo il giovane manager, classe 1985, il peggiore errore dell’industria tecnologica è stato quello di (far) credere che tutti potessero andare completamente in remoto per sempre. A suo dire, i dipendenti che lavorano in ufficio possono creare nuovi prodotti mentre il modello di lavoro da casa crea confusione. Inoltre, non abbiamo ancora la tecnologia necessaria per uno smart working generalizzato.

Il lavoro da remoto ai tempi di ChatGPT

Parlando del lavoro da casa, Altman ha spiegato che lo considera un esperimento: “Penso che uno dei peggiori errori dell’industria tecnologica sia stato pensare di poter far lavorare tutti da casa per sempre, e che le startup potessero fare a meno della presenza fisica – ha detto -. Che non ci sarebbe stata alcuna perdita di creatività. Direi che l’esperimento è finito: la tecnologia non è ancora abbastanza buona da consentire alle persone di essere completamente e costantemente in smart, in particolare per quanto riguarda le startup”.

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Sam Altman ritiene che la tecnologia vada trattata con “estrema serietà” in quanto potrebbe anche comportare un “rischio esistenziale”. (Ilovetrading.it)

Altman non nasconde la sua preferenza per il lavoro dall’ufficio. Su Twitter ha scritto che “le aziende tecnologiche che si sono buttate sul lavoro 1100% da remoto hanno commesso un grosso errore e le crepe stanno iniziando a mostrarsi“. Certo, anche alcuni dei migliori talenti di OpenAI stanno lavorando da remoto. Ma la presenza in ufficio resta fondamentale: “Più il prodotto è acerbo, più il team ha bisogno di lavorare insieme”.

Quanto al futuro dell’IA, Altman ritiene che la tecnologia vada trattata con “estrema serietà” in quanto potrebbe anche comportare un “rischio esistenziale”. Non a caso il padre dell’IA, Geoffrey Hinton, si è dimesso da Google nei giorni scorsi e ha denunciato i rischi della tecnologia che lui stesso ha contribuito a sviluppare. Se ha deciso di lasciare Google, è per poter parlare liberamente dei potenziali pericoli dell’IA, senza condizionare Big G. Ma questa è un’altra storia…

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