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Partite IVA: povertà e precarietà, non deve stupire se i figli non si fanno più

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Salvatore Dimaggio

Il dramma delle partite IVA povere ci parla delle contraddizioni del nostro Paese.

Le partite IVA in Italia guadagnano sempre meno e secondo gli studi sono particolarmente i giovani ad essere colpiti da ciò. Chi ha la partita IVA è tenuto a tante incombenze burocratiche e se si sbaglia qualcosa le sanzioni sono pesanti. Chi vive in questo modo non ha la stabilità di un lavoro certo e non deve stupire se proprio tra le partite IVA giovani la tendenza a fare i figli risulta più bassa.

Partite IVA povere e stressate
Nuove povertà e lo stress della burocrazia per le partite Iva- ilovetrading.it

I giovani che hanno la partita IVA percepiscono poco e sono tenuti ad una serie di adempimenti fiscali che proprio nel mese di maggio culminano con la dichiarazione dei redditi. Bisogna pagare tanto allo Stato e bisogna pagare anche il commercialista. L’inflazione all’11% non concede sconti a questa categoria precaria per definizione. Si tratta di un modo di vivere che ha senso quando parliamo di professionisti affermati che pagano una tassazione ingente a fronte di introiti importanti ma per tante partite IVA la vita è assai dura.

Nuove povertà ed incertezza

La precarietà e l’incertezza per il futuro unite alla complessità della normativa e al rischio continuo di accertamenti non sono facili da gestire. La cosa più assurda è che si trattano allo stesso modo situazioni completamente diverse. Il fenomeno delle partite IVA povere è una piaga ma dal punto di vista burocratico esse hanno esattamente gli stessi adempimenti di un notaio affermato. Questa questione si inserisce in modo importante nel dibattito nazionale sulla natalità.

Partite IVA: precari gravati da tanta burocrazia
Pesante gestire questo stress, le famiglie non crescono più – ilovetrading.it

Come sappiamo in Italia la natalità è bassissima e proprio nell’ultimo anno si è toccato il minimo storico dei figli fatti dalle coppie. Questo dato è sicuramente sconfortante e come ricorda giustamente Pasquale Tridico dell’INPS il problema poi diventerà anche per la tenuta delle pensioni. Ma se le famiglie fanno meno figli è anche e soprattutto dovuto alla precarietà e le partite IVA sono uno spaccato utile a capire quanto la precarietà e l’incertezza per il futuro si intreccino anche con complessità burocratiche realmente assurde quando parliamo di introiti ridotti.

Sempre a disposizione del cliente senza staccare mai

Tutto questo poi si riversa anche sulla salute perché chi non ha stabilità economica e vive continuamente nell’incertezza arriva ad accumulare uno stress che certamente non fa bene. Nel comune sentire ancora oggi la partita IVA è associata culturalmente ad un lavoratore intraprendente, tuttavia spesso la realtà è completamente diversa. Sono proprio la Caritas e gli altri osservatori sulle nuove povertà a sottolineare come i lavoratori poveri ormai siano un numero impressionante.

Il lavoratore povero si spacca la schiena nella precarietà e vive comunque al di sotto della soglia di povertà. Proprio la partita IVA in questo ha un ruolo tristemente importante. Si tratta di lavoratori che non staccano mai e che sono sempre a disposizione dei clienti 24 ore su 24 eppure spesso gravitano al di sotto della soglia di povertà.

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