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Addio alla Naspi in questi casi: controlla se riguarda anche te

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Maria Verderame

Il Governo ha introdotto una nuova novità riguardo alla Naspi. Quando il dipendente non ne avrà più diritto.

La Naspi, ovvero l’indennità di disoccupazione, è un sussidio molto importante per chi perde il posto di lavoro. Questa viene erogata quando il lavoratore viene licenziato o quando scade il contratto, ma non viene erogata in caso di dimissioni volontarie. Questo sussidio protegge il lavoratore, che sarà coperto fino a quando troverà una nuova occupazione.

Addio Naspi cosa cambia
Cambia la Naspi, le novità del 2023 e i requisiti (Freepik) – ilovetrading.it

La Naspi viene erogata anche ai lavoratori stagionali che svolgono attività che prevedono contratti a tempo determinato, tutelando proprio i precari. Ma questo sussidio è previsto in ogni caso? Cosa succede se un lavoratore viene licenziato per giusta causa, ovvero quando ad esempio un dipendente non si presenta al lavoro senza alcun motivo legittimo o senza avvisare il datore di lavoro. Questo comportamento è considerato un’infrazione disciplinare e può causare conseguenze negative per il dipendente, come il licenziamento.

Quando il dipendente non ha diritto alla Naspi

L’erogazione delle indennità ha causato difficoltà nell’organizzazione dei finanziamenti per il sostegno al reddito dei lavoratori, incluso il pagamento della Naspi durante la fase di ricerca del lavoro. L’indennità di disoccupazione rappresenta un costo che il datore di lavoro deve sostenere al momento del licenziamento del lavoratore, che avviene attraverso il pagamento del cosiddetto “ticket del licenziamento”.

Addio Naspi cosa cambia
Ora non puoi ricevere la Naspi in caso di licenziamento per giusta causa (Freepik) – ilovetrading

Secondo la nuova circolare 14/2023 dell’Inps, il massimale per il 2023 è pari a 1.470,99 euro, ed il ticket annuo corrisponde a 603,11 euro. Il Governo ha istituito una forma di licenziamento per volontà del lavoratore stesso, che viene trattato come delle normali dimissioni. Questa scelta potrebbe destare criticità, ma contribuisce a dare una protezione maggiore ai datori di lavoro.

Un importante problema per molti imprenditori è il pagamento del ticket sul licenziamento, che viene rimborsato solo in caso di licenziamento dovuto ad assenze ingiustificate. Il disegno di legge prevede quindi che in caso di licenziamento per assenza ingiustificata di almeno 6 giorni consecutivi, non verrà erogato il ticket all’INPS e il lavoratore non avrà diritto alla Naspi.

Questo perché negli ultimi anni si è verificato il fenomeno delle così dette “dimissioni truccate”, ovvero dipendenti che pianificano assenze ingiustificate con l’obiettivo di essere licenziati per giusta causa e ottenere la Naspi. Va sottolineato che in alcuni casi il lavoratore può essere stato assente per motivi legittimi senza poter dare necessariamente preavviso al datore di lavoro.

Quando si può licenziare in Italia e cosa cambia

In base alla legislazione italiana attuale, per poter licenziare un dipendente senza preavviso per assenza ingiustificata, è necessario che l’assenza sia stata prolungata, superando il 20% del monte ore lavorative mensile o nel caso in cui la singola assenza ingiustificata duri tre giorni consecutivi.

Addio Naspi cosa cambia
Quando si può essere licenziati nel 2023 (Freepik) -ilovetrading.it

Tuttavia, il nuovo Disegno di Legge 2023 ha introdotto una nuova regola che consente al datore di lavoro di licenziare un dipendente anche in caso di un solo giorno di assenza ingiustificata, a patto che questa comporti un pregiudizio grave all’attività lavorativa, alla produttività o alla sicurezza del luogo di lavoro.

Inoltre, il datore di lavoro deve effettuare una comunicazione scritta al dipendente con l’indicazione del motivo del licenziamento. Il dipendente licenziato ha la possibilità di impugnare la decisione e, in caso di mancato accordo, il giudice deciderà se la condotta del dipendente giustifica o meno il licenziamento.

In sostanza, il nuovo Disegno di Legge 2023 rappresenta una modifica significativa in materia di licenziamenti per assenze ingiustificate, introducendo una maggiore flessibilità per i datori di lavoro ma al tempo stesso salvaguardando i diritti dei dipendenti.

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