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Pandemia, turismo al collasso: ma albergatori e compagnie di viaggi si rifanno su chi va in vacanza. Rincari alle stelle

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Salvatore Dimaggio

Il Codacons lancia l’allarme e non è da poco: l’11% di aumento rispetto allo scorso anno per chi decide di andare in vacanza. Che i vari strombazzati bonus abbiano avuto un impatto inflazionistico sul costo della vacanza?

L’associazione di consumatori sottolinea che già lo scorso anno i listini erano stati rivisti verso l’alto con il pretesto del covid: farlo anche quest’anno sarebbe davvero troppo. Ma il punto è che tanti stabilimenti e strutture ricettive lottano per la sopravvivenza dopo le tante batoste prese e l’incertezza attuale dovuta alla variante Delta.

Bar e ristoranti mettono a segno un aumento prezzi tra il 2 ed il 10%. Hotel e benzina costano di più, insomma qualsiasi tipo di vacanza si abbia in mente il rincaro sarà percepibile. Neppure si sottrae il viaggio in aereo e le varie opzioni all’insegna del risparmio non lo sono poi tanto.

I due lati della medaglia

Inevitabilmente le associazioni dei consumatori e quelle degli operatori del turismo parlano due lingue diverse e vedono da prospettive completamente opposte il delicato nodo turismo. Mentre il Codacons riporta con preoccupazione aumenti degli stabilimenti balneari che possono arrivare sino al 40%, gli operatori del settore sottolineano come questa stagione potrebbe essere l’ultima per molti di loro se anche quest’anno dovesse essere in rosso, magari a causa di Green pass o variante Delta.

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Queste notizie giungono in tandem con quelle altrettanto negative del -25% di ingressi in bar e ristoranti nei primi giorni di vita del Green pass. Davvero difficile trovare la quadratura del cerchio in una situazione simile. Un ritorno alla normalità è complesso e gli affari ne risentono.

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Timori, disdette, difficoltà di programmazione pesano su un settore allo stremo che prima della variante Delta sperava di poter tirare un sospiro di sollievo.

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