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ESG: spieghiamo l’acronimo misterioso che attira gli investitori. I rischi non mancano

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Salvatore Dimaggio

Sono i fondi che attirano di più. Sono quelli più desiderati dagli investitori e più prodotti. Sono quelli che gli intermediari consigliano maggiormente.

Ma di cosa si tratta? La sigla ESG è una sigla che oggi si usa un po’ per tutto ma ha un significato ben preciso. Vediamolo insieme: ESG è un acronimo e sta per Environmental Social and Governance. Si tratta in sostanza dei fondi etici. Sono quei fondi che oltre a puntare al guadagno, puntano anche ad escludere quelle aziende che non sono in linea coi propri parametri etici. Di conseguenza saranno escluse le imprese inquinanti anche se magari possono essere promettenti sul piano economico. Allo stesso modo saranno escluse quelle aziende accusate di pratiche discriminatorie anche se magari hanno buoni utili. Insomma si tratta di fondi che hanno “un cuore” e che non puntano soltanto ai guadagni. Su questa questione c’è da fare un doveroso appunto.

Valutare caso per caso

Se il fatto che questi fondi siano così amati e così sottoscritti dimostra la grande sensibilità ambientale e sociale degli investitori e ciò è sicuramente positivo, in realtà per chi emette questi fondi la cosa un po’ diversa. Infatti vari report hanno sottolineato il cosiddetto fenomeno del greenwashing. Vediamo che cos’è. Molti fondi che apparentemente si fregiano di etichette ambientali sociali e sostenibili in realtà scelgono tutt’altro. Perché fanno una scelta del genere? Su questo ci sono varie indagini e la stessa Unione Europea vuole vederci chiaro.

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Ma probabilmente sono le stesse aziende “sporche” o inquinanti che fanno pressione sui gestori dei fondi perché le impacchettino e le propongano ben mistificate ai loro clienti.

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Dunque gli ESG sono una tendenza sicuramente positiva ma è giusto verificare caso per caso.

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