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La Cina è commercialmente ferita ma non arretra e invia 38 jet nucleari per intimorire gli USA

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Salvatore Dimaggio

 Per tutti gli analisti la situazione cinese è assai grave.

La crisi energetica violenta che ha colpito il paese del dragone ne ha messo in ginocchio la capacità produttiva e Goldman Sachs ha tagliato le stime sul PIL. Secondo molti analisti la crisi energetica avrebbe fatto perdere alla Cina tutto il recupero dell’epoca post covid. Intere catene produttive sono ferme ed il paese contemporaneamente si trova a gestire anche il default ormai certo di Evergrande. Gli Stati Uniti ne approfittano per colpire il rivale fattosi sempre più arrogante e lo fanno con una mossa a tenaglia. L’accordo quad per rendere la vita difficile alla Cina sul fronte dei preziosi microchip.

Ormai la tensione è militare

Ma quello che più ha scioccato l’opinione pubblica cinese è stato il progetto Aukus che con l’aiuto di Gran Bretagna ed Australia ha posto in essere una strategia fortemente offensiva nei confronti della Cina. L’Australia è stata dotata di sommergibili nucleari disposti in una strategia chiaramente anticinese. La Cina si è detta indignata per tutto ciò ed ha risposto sul fronte Taiwan. 38 jet hanno invaso invaso lo spazio aereo di Taiwan in queste ore. Taiwan è una specie di terra di nessuno che la Cina considera assolutamente parte del suo territorio ma il resto del mondo no. Tuttavia Taiwan rimane in una situazione ambigua perché se qualche paese la riconoscesse in modo ufficiale in pratica si porrebbe in una situazione assai bellicosa con la Cina. Insomma quella che fino a qualche anno fa sembrava una guerra puramente commerciale oggi sta diventando qualcosa di più grave.

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Per gli Usa questo è il momento giusto per colpire la Cina perchè sta attraversando la sua fase più complessa in assoluto.

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Non a caso le incursioni sono iniziate il primo ottobre, giorno assai caro ai cinesi

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