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CNA e Confartigianato: per inflazione filiera tessile in ginocchio. Lo spieghino alla BCE

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Salvatore Dimaggio

Federmoda CNA e Confartigianato lanciano un vero e proprio grido d’allarme.

Sostengono che l’intera filiera tessile è al collasso e che l’inflazione sulle materie prime e sull’energia rischia di distruggere il comparto. La filiera è in sofferenza: l’aggravio dei costi dell’energia pesa però oltre il 40% ed ormai l’intero distretto di Prato rischia la chiusura. Il famoso distretto tessile di Prato rischia seriamente la chiusura e le associazioni di categoria lo stanno comunicando in ogni modo. La colpa è dell’inflazione che fa schizzare alle stelle i costi dell’energia e i costi delle materie prime. La filiera non riesce più a reggere questi incrementi di costo e se tutto il tessile italiano sta soffrendo, a Prato la situazione rischia di crollare. Sono queste le vere proporzioni dell’inflazione che le banche centrali continuano a raccontare in termini di “zero,qualcosa”.

Le filiere produttive raccontano la realtà

Si parla di distretti produttivi che rischiano di chiudere, di aziende che fermano la produzione e di filiere ormai al collasso. Si parla di incrementi di costi a monte, ormai divenuti completamente insostenibili. Ma è anche la filiera avicola che non riesce più a stare dietro ai rincari. Per non parlare dell’acciaio e dell’edilizia. Come ripetiamo da tempo le banche centrali al posto di rinchiudersi nelle loro torri eburne, dovrebbero parlare con le filiere produttive in fortissima sofferenza per rendersi conto di quanto le loro politiche ultra espansive siano diventate ormai insostenibili. Queste politiche ultra espansive al posto che far da sostegno alla ripresa, ormai fanno da sostegno soltanto all’inflazione e rendono la vita difficile a chi produce.

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E’ chiaro che se le banche centrali dovessero finalmente stringere i cordoni della borsa, i mercati azionari rischierebbero una correzione, anche grave, ma la sofferenza di chi produce e rischia di chiudere, riteniamo che non possa essere ignorata così.

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Auspichiamo che queste realtà produttive che danno lavoro a tanta gente non siano ancora ignorate.

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