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Tassa su smartphone e tablet: rischi e pretesti di un nuovo balzello

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Salvatore Dimaggio

Tablet e soprattutto smartphone sono vendutissimi e gli utenti li amano molto, dunque non sorprende che ci sia una volontà di introdurre una tassa su questi dispositivi così popolari.

Tutto nasce dalle dichiarazioni dell’amministratore delegato della RAI Fuortes davanti alla commissione di vigilanza sulla RAI. Fortes ha detto che la RAI deve sopportare tante spese e pertanto ha bisogno di maggiori introiti. Così ha proposto un’idea che è stata subito criticatissima vale a dire estendere il canone RAI anche a smartphone e tablet. Sulla rete si è scatenato subito discreto putiferio perché logicamente in un periodo del genere nessuno vuole l’introduzione di una nuova tassa. Siamo già gravati da tanti rincari che un nuovo balzello sembra davvero assurdo.

Una nuova tassa?

Ma c’è chi avanza l’ipotesi che quella di Fuortes sia stata solo un’uscita un po’ pretestuosa. Il timore è che il governo voglia fare cassa imponendo una tassa magari piccola su questi diffusissimi dispositivi. Sarebbe un modo facile per intascare davvero tanti soldi da parte di un esecutivo che lamenta sempre casse che piangono. Appare in effetti un pretesto quello delle necessità economiche della RAI per caricare di un balzello questi diffusissimi dispositivi. Ora non è chiaro se in effetti il canone RAI verrà esteso anche a smartphone e tablet e forze politiche come Fratelli d’Italia si sono già dette assolutamente contrarie. Ma anche se l’uscita di Fuortes si rivelasse, come crediamo, un buco nell’acqua è davvero da escludere che non si stia preparando una strada per una tassa su smartphone e tablet?

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Staremo a vedere nei prossimi giorni che cosa accadrà in parlamento relativamente a questa proposta. Ma anche se dovesse fallire non potremmo domani ritrovarcela in una prossima finanziaria, magari senza il pretesto della RAI?

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Sarebbe davvero un pessimo segnale nei confronti della transizione digitale.

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