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Allarme gas: la Russia non mantiene le promesse e il prezzo si impenna

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Salvatore Dimaggio

La questione energetica sta diventando sempre più problematica.

L’approvvigionamento energetico per i paesi dell’Unione Europea rischia di essere un autentico rebus. Mentre le banche centrali continuano a sostenere la loro inverosimile tesi dell’inflazione transitoria e non preoccupante, in realtà tutte le materie prime stanno aumentando in modo impressionante. In particolare è l’inflazione energetica ad essere veramente imponente. Se fino ad oggi è stata l’Opec+ sul banco degli imputati per non aver fatto nulla al fine di sgonfiare i folli rincari del petrolio, oggi ci accorgiamo che la Russia di Putin non è da meno. Putin qualche settimana fa con una sua dichiarazione molto accomodante aveva fatto capire che avrebbe aumentato le forniture di gas all’Europa e questo aveva tenuto un po’ a freno i rincari del gas.

Delusione russa

Ma il gigante asiatico non ha onorato la promessa fatta e di conseguenza il prezzo del gas sulle varie borse europee è schizzato di colpo. Si è capito che le promesse fatte da Putin potrebbero non essere mantenute e questo ha creato allarme sui mercati del gas. I futures del gas nei Paesi Bassi sono aumentati addirittura del 9,7% e sulle altre borse i rincari sono stati simili. La Russia di Putin aveva promesso che da lunedì 8 novembre Gazprom avrebbe aumentato le forniture, ma poi è arrivata la smentita. L’Unione Europea si è resa conto che la tensione con Mosca sul fronte del gas resta molto alta e che le parole di distensione di Putin non erano credibili. Dunque sia il fronte del petrolio che quello del gas tornano incandescenti e chi si aspettava che almeno il gas potesse offrire un po’ di respiro all’inflazione energetica resterà deluso.

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L’energy crunch è un grande motore dell’inflazione ed i prezzi del gas in aumento sono certamente una batosta non solo per le famiglie, ma anche per le imprese.

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Molte imprese infatti hanno già dichiarato di voler sospendere la produzione a causa dei costi energetici insostenibili e questa novità dalla Russia certamente non è positiva.

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