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Gli influencer in crisi. Che fare quando il social è un fiasco

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Salvatore Dimaggio

I social network sono stati una delle più grandi rivoluzioni legate ad internet questo è indubbio.

Hanno creato la figura dell’influencer quasi per caso. Nati per mettere in connessione amici e parenti, ma anche colleghi, hanno finito per generare i nuovi divi dell’epoca digitale. Fa sempre sensazione leggere dei grandi guadagni o dei successi clamorosi di alcuni influencer, ma i numeri ci dicono che ci sono tanti profili che partono facendo impennare follower ed engagement ma poi misteriosamente si bloccano. Le agenzie di social media marketing monitorano con grande attenzione le nuove stelle del campo degli influencer e non mancano i casi in cui quelli che sembrano dei veri e propri astri nascenti ad un certo punto non riescono più a ad avere le simpatie del proprio pubblico.

Non mollare

Chi studia questi fenomeni racconta l’estrema frustrazione di chi già si vede proiettato verso un futuro da influencer e poi si ritrova a vegetare in un limbo che non gli consente di avere i riscontri voluti. A questo punto il dubbio assale i personaggi in questione: lasciar perdere il profilo e dedicarsi ad altro oppure intestardirsi e cercare di far funzionare il profilo che non cresce? Le agenzie di social media marketing consigliano la seconda scelta. Consigliano di non gettare la spugna e di provarci sempre e comunque, ma ad una condizione. La condizione è che l’aspirante influencer non desideri soltanto avere notorietà e soldi facili, ma che attraverso quel progetto stia mettendo in campo se stesso e qualcosa di vero, qualcosa di autentico. Perché questo è il vero valore aggiunto di un influencer: l’autenticità.

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Di conseguenza se un profilo che sembrava buono e magari ottimo comincia a volare basso non bisogna demordere.

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Se c’è il carburante dell’autenticità e della voglia di comunicare prima o poi quel profilo probabilmente troverà la sua nicchia di pubblico.

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